Che la decisione di Gualtieri in merito al termovalorizzatore fosse capace di aprire una spaccatura all’interno della politica capitolina, e perfino regionale, era facilmente preventivabile. Ma ora che il percorso inizia ad essere tracciato concretamente, la crepa si allarga e la questione assume un peso nazionale. Ieri è stata varata in Consiglio dei Ministri la norma che attribuisce poteri speciali a Gualtieri sul tema rifiuti, necessaria ad attuare il suo piano. Il Movimento 5stelle però non ha partecipato al voto, con Giuseppe Conte che non ha fatto altro che ribadire una posizione chiarita da tempo. “”È sbagliato sporcare le idee politiche del Movimento con norme sugli inceneritori, che nulla hanno a che spartire con un decreto aiuti per famiglie e imprese” ha detto l’ex premier. I pentastellati, con l’assessore Roberta Lombardi su tutti, avevano già espresso contrarietà alla Pisana, lì dove nel piano rifiuti il termovalorizzatore non è previsto e una modifica allo stesso renderebbe ufficiale la spaccatura con il Pd. L’azione del Governo mira proprio a bypassare la tensione nelle sedi regionali. Ma mentre Gualtieri tira dritto, puntando a realizzare l’impianto per il Giubileo del 2025, neanche in Campidoglio tira una bella aria. È noto che gli alleati più a sinistra della Giunta abbiano chiesto un confronto al Sindaco, e stanno studiando una proposta alternativa all’inceneritore. Idea appoggiata invece da Calenda, così come dalla Lega, con Matteo Salvini che è intervenuto criticando duramente il muro alzato dai 5 stelle.