Tra i fattori più importanti di cui tenere conto nel momento in cui si decide di acquistare uno strumento finanziario rientra l’orizzonte temporale, ossia la durata dell’investimento.
Questa deve essere in linea con le possibilità finanziarie dell’investitore, in quanto il capitale investito non potrà essere utilizzato, fino al termine dell’investimento, per altri scopi. Scegliere un investimento di durata superiore alle proprie possibilità potrebbe obbligare a rivendere il titolo o il bene prima del tempo, causando perdite o riducendo il rendimento.
L’orizzonte temporale può essere a breve, medio o lungo termine e rientra tra i fattori che determinano l’interesse composto, ossia quello derivante dalla capitalizzazione degli interessi via via maturati.
In questo articolo vi spiegheremo che cos’è la durata dell’investimento, quali sono le differenze tra breve, medio e lungo termine, e in che modo può influenzare i rischi a cui si espone l’investitore.
Cosa si intende per orizzonte temporale
Quando si parla di orizzonte temporale si fa riferimento al periodo di tempo durante il quale l’investitore è in grado di mantenere la proprietà sul titolo o sul bene acquistato. Tra i fattori che lo influenzano rientrano:
- le possibilità e disponibilità finanziarie;
- le necessità economiche soggettive o famigliari;
- gli obiettivi prefissati.
Un altro elemento che concorre a determinare la durata ottimale di un investimento è l’autocontrollo, il quale determina la capacità di resistere alla tentazione di rivendere lo strumento finanziario o il bene in anticipo per ottenere un guadagno immediato. Anche il timore di subire troppe perdite può portare a una vendita anticipata.
Investimenti a breve, medio e lungo termine
Si definiscono generalmente investimenti a breve termine quelli che hanno una durata inferiore ai 24 mesi. Tra i più noti strumenti di investimento a breve termine rientrano i BOT e i CCT, titoli di Stato italiani la cui durata massima può essere di 12 mesi per i primi e 24 mesi per i secondi.
Chi fa trading online può trovarsi a fare i conti con operazioni a brevissimo termine, le quali prevedono compravendite molto rapide, talvolta effettuate nell’arco di pochi minuti. Alla base di questo tipo di operazioni risiede il fatto che il trading, a differenza degli investimenti tradizionali, punta a ricavare profitti dalle oscillazioni dei prezzi, sia in positivo sia in negativo.
Gli investimenti di durata compresa tra i 2 e i 5 anni sono definiti a medio termine, mentre quelli di durata superiore vengono detti a lungo termine. In queste due categorie possono essere inclusi i BTP o Buoni del Tesoro Poliennali, la cui durata può andare dai tre fino ai 50 anni.
Come la durata influenza i rischi di investimento
Quando si investe, ci si espone sempre a dei rischi, i quali possono essere più o meno elevati a seconda di vari fattori, tra i quali rientrano lo strumento finanziario scelto e la durata dell’investimento. In particolare, all’aumentare della durata, aumentano i rischi. Questo dipende dal fatto che con l’estendersi dell’orizzonte temporale, l’investimento può subire un maggior numero di fluttuazioni.
È per questo motivo che risulta fondamentale valutare con attenzione, meglio se avvalendosi di un servizio di consulenza finanziaria professionale, le proprie possibilità finanziarie e il livello di rischio individuale prima di stabilire l’orizzonte temporale del proprio investimento e acquistare titoli o beni.