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Le ombre nel caso di Alexandru Ivan: traffico di droga e spedizione punitiva

Il mistero avvolge la tragica fine di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso venerdì scorso, aprendo scenari inquietanti legati al traffico di droga e vendette implacabili. Mentre alcuni compagni di scuola escludono che il giovane fosse coinvolto in contesti criminali, la compagna del padre, Viorica Spinu, respinge l’ipotesi che il ragazzo fosse un bersaglio predestinato per questioni legate alla droga.

Morte di Alexandru Ivan frutto di una spedizione punitiva?

La tragedia si svolge nel contesto di una spedizione punitiva, che potrebbe avere radici nel tentato regolamento di conti tra clan criminali della zona di Rocca Cencia.

Circa venti persone, alcune con connessioni a un clan criminale locale, sono state interrogate dai carabinieri. Tra i nodi da sciogliere, la ricerca del killer del giovane, che sembra non fosse il bersaglio iniziale dell’aggressione. La zona è considerata un terreno fertile per contrasti legati a racket, usura e spartizione di bottini.

L’aggressione al patrigno di Alexandru Ivan

Un elemento chiave potrebbe essere l’aggressione subita dal patrigno di Alex, Tiberiu Macieca, poche ore prima dell’omicidio, coinvolgendo tre individui già identificati.

La famiglia, comprensibilmente, si è recata a un chiarimento notturno con esponenti di un clan criminale locale, e la dinamica di questo incontro è al centro delle indagini.

Le perquisizioni nelle case di individui sospetti hanno portato alla raccolta di indumenti, che saranno analizzati per tracce di polvere da sparo. Le celle telefoniche sono sotto scrutinio, mentre i carabinieri intensificano le indagini nelle ville della zona, alcuni dei quali noti centri di spaccio.

La situazione di Rocca Cencia

Rocca Cencia sembra essere un feudo conteso, con regolamenti di conti e chiarimenti che fungono da strumenti per mantenere il controllo su territori, manodopera e risorse.

Il nonno materno di Alexandru, Ceti Petri, conferma gli spari e suggerisce che il giovane potrebbe essere sceso dall’auto per paura o per soccorrere il patrigno. Tuttavia, la sua presenza nell’incontro con il clan è ancora avvolta dal mistero.

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