Alle 10 di mattina, il feretro di Paolo Taviani è giunto al Campidoglio, a Roma, il regista scomparso giovedì 29 febbraio all’età di 92 anni. Ad accoglierlo c’erano il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, i parenti e numerosi individui e figure di spicco del mondo del cinema, tra cui i registi Paolo Virzì, Pupi Avati, Nanni Moretti, Mario Martone e gli attori Laura Morante e Lello Arena. La cerimonia laica in onore di Taviani si è svolta nella sala della Protomoteca.
Taviani, il ricordo di Gualtieri
Parlando di Taviani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri lo ha ricordato così: “Ha firmato opere rimaste nella storia del cinema mondiale, film che non invecchiano e hanno la profondità delle opere classiche, universali e accessibili. Paolo ha sempre rifiutato la definizione di cinema politico perché questo avrebbe dato un’accezione didascalica ai film. Ma il tema politico c’è in tutta la produzione dei loro film, da “Padre padrone” a “La notte di San Lorenzo”. Opere che contengono spesso quella grande spinta etica dell’Italia del dopo guerra”.
Anche Pupi Avati ha ricordato il celebre regista all’entrata in Campidoglio: “Nell’ultima età della vita si appianano tutte quelle che possono essere anche le differenze culturali, psicologiche, sociali, politiche perché ci accomuna l’affrontare la vecchiaia che è la salita più impervia e quella definitiva”.
Ha detto ancora Paolo Virzì all’Ansa: “Il cinema dei fratelli Taviani è stato per me fondativo e seminativo di un certo modo di guardare il racconto cinematografico immergendosi nelle radici popolari e trasformandolo in epica e poesia. C’e in particolare un film, La notte di San Lorenzo che io e la mia famiglia – aggiunge Virzì – guardavamo religiosamente perché raccontava la nostra storia in un modo tenero e struggente. Paolo era una persona dolcissima e generosa, un grande amico che mi accolse quando ero giovanissimo, al quale chiesi tanti consigli e che mi diede spesso coraggio. Io gli chiesi anche dov’è che comprasse quei bellissimi cappellini cinesi e lui me ne regalo uno, quello che porto oggi”.


