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Roma, domani la protesta dei lavoratori Iss davanti al ministero

I lavoratori aderenti al sindacato Usb dell’Istituto superiore di sanità incrociano le braccia. Domani, davanti al ministero della Salute a Roma, manifestano “per chiedere al ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispetto degli impegni sul personale e di proteggere l’autorevolezza e l’indipendenza dell’istituto fermando la riforma Bellantone.

In una nota, il sindacato di base, annuncia l’appuntamento per la protesta fissato per domani alle 10 presso la sede di Lungotevere Ripa. Il sindacato sottolinea che l’istituto dispone di “personale altamente specializzato e qualificato, ma il 75% di esso è bloccato nella propria carriera da oltre 10 anni, con alcuni casi che arrivano anche a 20 anni”.

Roma, domani protesta contro il ministero della Salute

Nella nota di Usb si legge ancora che il ministro Schillaci “aveva annunciato enfaticamente a settembre che ci sarebbe stato un importante investimento, ma i vertici dell’Iss non hanno rispettato l’impegno, non utilizzando tutte le risorse e rallentando le procedure anche con interpretazioni restrittive della norma. Ci sono poi 150 precari in attesa di stabilizzazione e l’amministrazione ha annunciato un bando che escluderebbe i CoCoCo storici”. Tra i temi toccati dal sindacato, anche la “pochissimo discussa bozza di riordino presentata dal presidente Rocco Bellantone che non rispetta le peculiarità dell’ente e predispone una struttura a forte gerarchizzazione, propria di un ospedale più che di un ente di ricerca”.

E ancora: “La creazione di un nuovo livello di alti dirigenti a capo della complessa e diversificata organizzazione dell’istituto, oltre a creare nuove costosissime poltrone, non ha senso dal punto di vista scientifico, ma sicuramente sarebbe funzionale ad un sistema di controllo che metterebbe a forte rischio la libertà di ricerca. I gruppi di ricerca verrebbero marginalizzati rispetto alle relazioni con l’esterno e allontanati dai luoghi decisionali. Quello che si prospetta è un istituto sminuito nella sua funzione di ricerca e sempre più simile ad un’agenzia di divulgazione scientifica. Ricercatori, tecnici e personale di supporto, anche in funzione dell’esperienza della pandemia quando in molti avrebbero voluto un istituto più addomesticato, rivendicano libertà di ricerca e indipendenza dalla politica”, conclude il sindacato.

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