Ottavio Bianchi, ex allenatore di Napoli, Inter, Roma e Fiorentina, intervistato, in esclusiva, ai microfoni di Federico Maria Santangelo per SportPaper.
Ottavio Bianchi: “Le italiane possono arrivare in fondo in Europa”
Un suo parere sulla ripresa del Napoli.
“Domanda complicata. Dovrei conoscere la società, è molto difficile. Non ho carte per dare un parere puntuale che penda dall’una o dall’altra parte e non conosco personalmente gli allenatori. Se c’è una cosa brutta è il giudizio per sentito dire.”
Le italiane impegnate in Europa crede che possano arrivare in fondo?
“Me lo auguro perché migliora il ranking. Tuttavia, le attenzioni vanno sulla Champions League. Penso che le squadre italiane abbiano la possibilità di andare in finale. Il calcio italiano, rispetto al passato, è diventato un campionato di terza, quarta fascia. Naturalmente, più si va avanti e più si possono incontrare le difficoltà, ma le squadre migliori sono in Champions League, basta guardare i quarti di finale disputati in questi giorni per comprendere. Penso che, sulla base dell’attrezzatura che hanno, possano fare un buon percorso e vincere. Quando si arriva in finale, poi, si valutano diversi fattori.”
L’Inter, squadra che lei conosce bene, un suo punto di vista sulla stagione.
“L’Inter, come il Napoli nella passata stagione, è “un uomo solo in fuga”. Sono stati due anni atipici per il campionato italiano, dove una squadra ha preso il largo e ha dettato legge. Poi, però, in campo europeo vede delle difficoltà. Una squadra come l’Inter che domina il campionato italiano è fuori dall’Europa.”
Per quanto riguarda la Roma di De Rossi?
“La Roma doveva per forza cambiare. De Rossi mi sembra un ragazzo molto assennato. Noto sempre chi ha giocato e chi no, perché alcuni entrano più in fretta nella mente dei calciatori. Era impensabile che la Roma non continuasse come prima: De Rossi ci ha messo molto del suo ed è stato molto bravo.”
La Juventus sta uscendo da un periodo difficile, un suo parere.
“La Juventus è in una fase interlocutoria. I grandi risultati non si raggiungono mentre ci sono problemi societari. Per esperienza, so che è davvero complicato mantenere un equilibrio quando sopraggiungono questi ultimi. Questo, anche in una società titolata come la Juventus, non fa eccezione. Ha avuto questo calo. Leggo quello che dice l’allenatore, ma non conosco quello che ha accade all’interno. Nonostante il periodo non brillante, in cui hanno raccolto pochi punti su raggio di diverse partite, se dovesse mantenere questa situazione di classifica, si ritroverà ad aver fatto un buon campionato.”
Lei ha allenato due piazze che stanno facendo molto bene: il Como e il Mantova. Un suo ricordo.
“Le ricordo con grandissimo affetto. Una è il Mantova. Ho cominciato ad allenare questa squadra in C2 ed eravamo penultimi. Abbiamo fatto un grandissimo campionato e ho conosciuto la splendida famiglia del presidente, Romano Freddi, a cui sono rimasto legato. L’ambiente mantovano è simpatico, si vive molto bene, con grande equilibrio. Lo stesso vale per Como, nell’anno della A. Ci avevano chiesto una retrocessione onorevole, ma siamo stati, per un periodo, persino avanti al Napoli di Maradona. Ricordo uno spogliatoio di ragazzi perbene. Non avevano esperienze di A, ma si sono comportati ottimamente in campo e fuori. Uno di loro è mancato molto giovane, Giuliani, ricordo con grande affetto. Ho sempre additato questo gruppo ad esempio, sempre con il sorriso e sempre pronti a provare nuovi soluzioni tattiche. L’unica cosa è stato il diverso atteggiamento rispetto a Napoli: a Como bastava un’occhiata per mettere in riga tutti, anche se non ce n’era bisogno.”
Un suo ricordo del periodo a Napoli, dove ha allenatore un campione come Maradona.
“Non solo Maradona, ce n’erano molti. Certo, Maradona era il top dei top. Napoli è un ricordo molto piacevole.”
Un suo ricordo di Diego Armando Maradona.
“Su di lui si è scritto di tutto. Cosa vogliamo aggiungere? Ho avuto la fortuna di lavorarci insieme. Al di là delle grandi prestazioni sportive, posso sottolineare la grande umiltà che aveva verso i compagni; è stato sempre disponibile e sempre pronto a giustificare l’errore in campo dei propri compagni, in particolare dei giovani. Mai visto rimproverare un giovane per un errore. Sa quanti mezzi giocatori, invece, si mettono a litigare con i compagni?”