Quando si parla di Case green, i dubbi e le incertezze sono tante perché ad oggi, in attesa della fatidica scadenza del 2035, ancora si discute sulle strategie più opportune per ridurre il consumo di energia degli edifici. Questi rappresentano il settore più energivoro in Europa e quello delle case green è uno dei punti più contestati del Green Deal, ossia la direttiva sulle performance energetiche degli edifici che rappresenta il Patto verde europeo.
Questo pacchetto di iniziative strategiche mira ad avviare l’UE sulla strada di una transizione verde, un cambiamento che però passa anche dalla gestione dei rifiuti che inevitabilmente si producono quando si ristruttura un edificio.
È uno dei temi al centro di EdilExpoRoma2024, la grande fiera dell’edilizia in corso a Fiera di Roma, che con eventi e workshop dedicati, ha fatto il punto su aspetti legali e operativi per una corretta gestione dei materiali e rifiuti prodotti.
«Se ci basiamo sui dati della MacArthur Foundation – ha detto ai microfoni di Radio Roma Daniele Gizzi, Presidente albo nazionale gestioni ambientali – il 60 % delle emissioni globali di gas ad effetto serra derivano dall’estrazione di materie prime, il 40 % dalla produzione, distribuzione e consumo dei beni. Se noi volessimo arrestare il cambiamento climatico agiremmo sul 60% minimizzando l’estrazione di materie naturali, riutilizzando i rifiuti come risorse, aumentando la vita media dei prodotti, spingendo riuso e riutilizzo, trasformando i rifiuti in risorsa. La trasformazione dei rifiuti in risorsa è, quindi, la prima arma che abbiamo per combattere l’innalzamento della temperatura.»
Gizzi:”I rifiuti RAEE sono miniere urbane per le risorse”
I rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti RAEE, necessitano di una particolare gestione: ci sono regole per il trasporto, per il recupero e per lo smaltimento che dovrebbero essere ben noti ai soggetti interessati.
«I rifiuti RAEE – continua Gizzi – sono definiti quasi delle miniere urbane per le risorse che si possono estrarre ancora riutilizzabili, dal silicio ai metalli e quant’altro. Giocano un ruolo fondamentale, ma l’Italia è un po’ indietro. All’Albo sono iscritte in categorie 3/bis – categoria dedicata al trasporto dei RAEE – 11 . 000 imprese. La stima è che su base nazionale 200 . 000 imprese movimentino RAEE. Quindi c’è una grande evasione che non riusciamo a tracciare. Dobbiamo recuperare questa evasione.»
Il ruolo fondamentale di chi fa i controlli
Ruolo fondamentale è rivestito da chi, in materia ambientale, si occupa di controlli sul territorio. «Noi abbiamo un’ampia competenza in materia ambientale – ha raccontato Gianluca Di Tullio della Polizia Citta Metropolitana Roma – e da qualche anno come obiettivo strategico abbiamo posto un focus su tutta l’attività che riguarda i RAEE, in particolare il trasporto e la raccolta, la gestione, i luoghi di raggruppamento interessandoci soprattutto di fare dei controlli e delle verifiche sui la piccola e media distribuzione, irrogando delle sanzioni sia amministrative sia penali a seguito di tutte le verifiche che abbiamo effettuate per quanto riguarda tutta l’attività che compete i RAEE.»
E poi continua dicendo: «le normative ci sono e bisogna applicarle con meno negligenza e stando più attenti. Soprattutto perché l’impatto ambientale in questo momento è molto forte e quindi secondo me un po’ di buona volontà da parte di tutti sia noi operatori sia i cittadini fa solo che bene.»


