Spaccio di droga nel carcere di Velletri con un volume d’affari di circa 80mila euro. Sostanza stupefacente ordinata dal carcere con i telefonini e pagata dai familiari dei detenuti. Sono 33 le persone finite in manette, 16 già detenute, nell’operazione scattata oggi martedì 21 maggio nelle province di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Latina e Chieti.
Velletri, telefonini in carcere per ordinare la droga pagata dai parenti: 33 arresti
Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal Gip presso il Tribunale di Velletri – nei confronti di 33 persone, per lo più italiane, tra cui 5 donne. Per 11 è stata decisa la custodia cautelare in carcere: agli arresti domiciliari gli altri 22. Dovranno rispondere a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente, estorsione ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
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Agli indagati sono stati contestati vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri, commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del carcere per un volume d’affari di circa 80mila euro. Sarebbero inoltre due gli episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari per partite di droga non pagate.
Pacchi per i detenuti con hashish e cocaina
Dalle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Velletri, è stato possibile ricostruire l’attività di spaccio. La droga, hashish e cocaina, arrivava nei pacchi diretti ai detenuti, nascosta con generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità.
Non solo per soddisfare il fabbisogno di alcuni dei destinatari, ma soprattutto per farla circolare in favore di altri detenuti consumatori. Per dare il via alla “spedizione” però i parenti all’esterno dovevano pagare la “merce” con ricariche su carte prepagate.
Modalità che avrebbe fatto nascere conflitti interni tra alcuni detenuti per il mancato versamento e che ha consentito di raccogliere gravi indizi su episodi di estorsione ai danni di detenuti e loro parenti. Secondo quanto appurato dalle indagini il costo per ogni singola dose rispetto era il doppio rispetto ai prezzi delle piazze di spaccio.
La rete di relazioni
A rendere ancor più difficoltosa la ricostruzione dei Carabinieri è stata la complessità della rete di relazioni tra i soggetti indagati. Infatti, tra i mittenti ed i reali destinatari c’erano più passaggi di mano (familiari di detenuti, prestanome e detenuti compiacenti). Funzionava in maniera simile anche per i flussi di denaro, versato su carte prepagate, opportunamente intestate a prestanome spesso estranei alla cerchia di contatti dei detenuti o ai relativi familiari.
In tre casi, i militari dell’Arma, con il supporto della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Velletri, sono riusciti ad intercettare i pacchi contenenti lo stupefacente sequestrando la cocaina e l’hashish destinato ai detenuti.
I telefonini in carcere
Sono stati inoltre raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine all’utilizzo, da parte di alcuni detenuti in carcere, di telefonini, per comunicare con i familiari, ordinare lo stupefacente e anche minacciare i parenti per il mancato pagamento della droga. Al momento ancora non è chiaro come siano stati fatti entrare e dove li tenessero nascosti.
La maxi operazione
L’operazione su larga scala, condotta per l’esecuzione delle ordinanze, ha visto il dispiegamento di oltre 100 militari e un elicottero, effettivi principalmente al Comando Provinciale Carabinieri di Roma con il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri e dei Comandi Provinciali di Latina, Rieti, Viterbo, Frosinone e Chieti dove si è estesa l’operazione.