E’ finito in manette uno dei presunti componenti del commando che lo scorso febbraio ha assaltato un bancomat a Viterbo portando via migliaia di euro caricati per il fine settimana. Si tratta di un 34enne, di nazionalità albanese ma residente in un comune a nord di Roma, già conosciuto alla giustizia, che avrebbe materialmente piazzato l’esplosivo. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri e portato in carcere.
Da Roma a Viterbo per assaltare un bancomat: preso uno del commando
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori per mettere a segno il colpo alla filiale Credit Agricole nella frazione di Grotte Santo Stefano, la banda di ladri giunti dalla Capitale su auto rumate ha organizzato una serie di furti di veicoli e targhe.
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Una volta pronti sono entrati in azione utilizzando la cosiddetta “tecnica della marmotta“, un ordigno artigianale costituito da una lastra di ferro con fissato un congegno esplosivo che viene infilato a forza nella fenditura destinata all’emissione delle banconote. L’esplosione avvertita in tutta l’area è stata ripresa dalle telecamere di video sorveglianza che immortalano i momenti in cui sono entrati in azione i ladri.
Le indagini
Le indagini, subito avviate dai carabinieri del Nucleo Investigativo sotto il coordinamento della Procura di Viterbo, hanno portato a ricostruire la dinamica del colpo e a identificare un 34enne albanese già conosciuto alla giustizia, che aveva materialmente piazzato l’esplosivo.
Secondo quanto ricostruito i criminali, arrivati da Roma nella tarda serata su veicoli rubati, hanno raggiunto la sede di una ditta in un vicino comune dove sono state rubate alcune targhe d’auto, applicate sull’auto rubata per raggiungere indisturbati la banca, e delle batterie da un mezzo pesante, utilizzate per l’innesco del congegno esplosivo.
Sul luogo del colpo, avevano poi generato il panico bloccando letteralmente le vie d’accesso all’area, rubando un’altra auto utilizzata come ariete per terminare lo sfondamento della vetrina dopo l’esplosione arrivando a minacciare alcuni ragazzi che, nelle prime fasi preparatorie al colpo, passavano lì di rientro verso le proprie case e che, impauriti, sono subito scappati via.
L’esplosione
L’esplosione è stata tremenda tanto da essere avvertita in tutta la frazione di Grotte Santo Stefano ed ha lasciato poco di integro all’interno dell’istituto bancario. Giusto il tempo di recuperare il denaro, una refurtiva di oltre 10 mila euro, e la squadra criminale è fuggita verso la capitale dove, qualche giorno dopo, era stata ritrovata l’auto della fuga, bruciata.
Nelle prime ore di oggi, l’uomo è stato rintracciato dai militari del Nucleo Investigativo collaborati dalla Compagnia di Tivoli ed è stato condotto in carcere su disposizione del GIP di Viterbo che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura di Viterbo.