Qui la copertina che introduce al tema della puntata di Extra del 31 maggio 2024.
Tavolini e sedie fuori da bar e ristoranti, in fondo, ci sono sempre stati e facevano già prima parte più o meno integrata dell’arredo urbano delle nostre città. Adesso si chiamano dehors, espressione mutuata dalla Francia entrata in Italia via Piemonte nella seconda metà del 19esimo secolo e rispetto a qualche anno fa sono diventati più numerosi, spesso più grandi e organizzati e ultimamente un vero e proprio caso politico. Perché il loro boom è coinciso con il periodo più duro della pandemia.
Quando l’Italia ancora doveva fare i conti con regole e limitazioni del lockdown, si decise di concedere ad alcune attività commerciali di allestire all’esterno degli spazi per accogliere qualche cliente in più rispetto ai pochi che avrebbero potuto essere accolti all’interno per le nuove disposizioni sanitarie. Poi l’emergenza è passata ma nel frattempo i dehors si erano diffusi e oggi sono rimasti attivi.
Dehors, i residenti si lamentano
I meno entusiasti sono però coloro che risiedono nei pressi dei locali e lamentano il fatto che tavolini e sedie richiamano continuamente clienti e spesso anche compagnie chiassose che, soprattutto la sera, si intrattengono fino a tarda ora.
A Roma ne sanno qualcosa quanti vivono nei quartieri della movida che da tempo chiedono al Campidoglio di intervenire, innescando però uno scontro istituzionale con il governo che, dopo una serie di proroghe temporanee, starebbe lavorando ad un provvedimento per rendere i tavolini all’aperto “strutturali” come un elemento di decoro urbano. Un’ipotesi che almeno sulla carta apre un conflitto di poteri tra istituzioni ma che spaventa ancora di più i residenti delle aree a maggiore vocazione turistica.