Palloncini rosa e celesti, manifesti striscioni: in 30mila tra le strade di Roma per manifestare contro l’aborto. Il caldo non ha fermato il corteo organizzato da Pro Vita & Famiglia arrivato da tutta Italia per difendere il diritto alla vita. Famiglie e oltre 120 associazioni che hanno sfilato da piazza della Repubblica ai Fori Imperiali passando per via Cavour dietro lo striscione “Scegliamo la vita”.
Manifestazione pro vita a Roma: “In 30mila contro l’aborto”
“A Roma si è alzata forte la voce di migliaia di persone per chiedere la fine dell’aborto, una pratica barbara e disumana che sopprime la vita dei un essere umano inerme e innocente nel grembo materno” ha detto portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus Jacopo Coghe, tra i promotori e co-organizzatori della Manifestazione Nazionale per la Vita.
Coghe (Pro Vita & Famiglia): Governo faccia rivoluzione su natalità e famiglia
“La vita umana – ha aggiunto Coghe – inizia nel momento del concepimento e la legge deve riconoscere la personalità giuridica e i diritti umani fondamentali del concepito. Nessuna società sarà mai veramente giusta, inclusiva ed egualitaria senza il rispetto del diritto universale a nascere. Di fronte a una crisi demografica devastante che sta facendo collassare l’intero sistema sociale italiano, come confermato recentemente anche dall’OCSE, chiediamo al Governo di mettere in cantiere una vera e propria rivoluzione socio-economica per sostenere le famiglie e rilanciare la natalità: servono riforme fiscali, abitative e lavorative strutturali per agevolare la formazione di famiglie giovani, stabili e aperte all’accoglienza di più figli”.
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Le testimonianze
Prima della partenza del corteo, sono state condivise alcune testimonianze ed esperienze di famiglie, coppie, mamme e papà che hanno scelto di accogliere nuove vite nonostante difficoltà economiche e sociali. Una donna ha raccontato la sua esperienza di aborto: “Avevo paura di sentirmi dire che ero una fallita, che mi ero rovinata la vita se avessi accolto quella vita, ma non sarebbe stato così”. “Oggi, a 25 anni di distanza, – ha aggiunto – posso dire che allora lo Stato fu proprio il mandante, perché nessuno mi ha ascoltato, non ho fatto nessun colloquio con la psicologa o con gli assistenti sociali, nemmeno con il medico”.
“Manifestiamo perché nessuna società sarà mai veramente giusta, inclusiva ed egualitaria finché l’aborto violerà il diritto universale a nascere di esseri umani già concepiti ed esistenti, in attesa solo di vedere la luce e arricchire con le loro vite quelle di noi tutti”, ha dichiarato Maria Rachele Ruiu. “Chiediamo quindi – ha proseguito Ruiu – il pieno riconoscimento legale della personalità giuridica e dei diritti fondamentali del concepito, oltre a una vera e propria rivoluzione socio-economica che sostenga la famiglia, culla della vita, e il desiderio delle giovani coppie di sposarsi e mettere al mondo figli senza essere travolti dalla precarietà del presente e l’incertezza del futuro”.