Temu e Shein hanno un nuovo rivale. Si tratta di Amazon Haul. Stesse caratteristiche: prezzi stracciati, consumo usa e getta e un’altra sfida per l’ambiente.
Prodotti a prezzi stracciati e sotto i 20 dollari. Non bastavano Shein e Temu, i due rivenditori di e-commerce fast fashion che stanno intasando il settore globale del trasporto aereo di merci. Un altro colosso punta sul low-cost. Arriva, per ora solo negli Stati Uniti, Amazon Haul, lo store online di vestiti, prodotti di elettronica e per la casa, venduti a cifre particolarmente convenienti, esattamente come avviene attraverso le controparti cinesi in continua ascesa. L’obiettivo è quello di portare gradualmente la nuova piattaforma anche nel resto del mondo una volta verificata la risposta da parte del pubblico.
Ma ne avevamo davvero così bisogno? Non bastavano Shein e Temu ad alimentare la cultura del consumo usa e getta e ad incentivare l’acquisto impulsivo di beni il più delle volte non necessari?
Si fa sempre più acceso il dibattito sugli impatti ambientali del fast fashion e dei beni di consumo a basso costo. Questo mercato è già saturo a causa del fenomeno Shein-Temu. I due colossi cinesi hanno monopolizzato sia il segmento dell’elettronica che quello del fast fashion, motivo per cui l’azienda di Bezos doveva fare qualcosa. Da qui nasce l’idea di Amazon Haul, che da una parte replica il modello Shein-Temu, dall’altra vuole distinguersi per garanzia e qualità. Amazon Haul si rivolge soprattutto ai giovani consumatori, così come Temu e Shein. Queste piattaforme sono, infatti, particolarmente popolari e attrattive per le fasce di età tra i 18 e i 24 anni, per i prezzi bassi e un’ampia varietà di prodotti.
“Trovare ottimi prodotti a prezzi molto bassi è importante per i clienti e continuiamo a esplorare modi in cui possiamo collaborare con i nostri partner in modo che possano offrire prodotti a prezzi ultra bassi. – ha affermato Dharmesh Mehta, vicepresidente di worldwide selling partner services di Amazon – Amazon Haul mira a rendere lo shopping di moda, casa, lifestyle, elettronica e altri prodotti ancora più divertente, facile e conveniente. Ovviamente, continueremo ad ascoltare i clienti mentre la perfezioniamo ed espandiamo nelle settimane e nei mesi a venire”.
Ma soddisfare la domanda di beni così economici, intensificando il ciclo di produzione di massa e di consumo rapido, con gravi conseguenze per l’ambiente, come può dare garanzia e qualità?
Cosa si nasconde dietro al basso costo di Shein e Temu?
Le due rivali di Amazon Haul, Temu e Shein, sono più volte finite sotto i riflettori per pratiche lavorative discutibili e numeri non confortanti in termini di impatto ambientale.
Un recente test della rivista tedesca dei consumatori Oko-Test, inoltre, ha rivelato nei prodotti venduti su Shein la presenza di sostanze pericolose, come piombo, cadmio e ftalati, vietati in diversi capi di abbigliamento.
Ma già nel 2022 l’organizzazione ambientalista Greenpeace trovò sostanze chimiche pericolose nei prodotti Shein
Secondo il rapporto “Taking the Shine off SHEIN: A business model based on hazardous chemicals and environmental destruction”, analizzando 47 prodotti Shein acquistati in Italia, Austria, Germania, Spagna e Svizzera, “il 15% hanno fatto registrare, nelle analisi di laboratorio, quantità di sostanze chimiche pericolose superiori ai livelli consentiti dalle leggi europee. In altri quindici prodotti (32%) le concentrazioni di queste sostanze si sono attestate a livelli preoccupanti, a dimostrazione del disinteresse di Shein nei confronti dei rischi ambientali e per la salute umana“. Questi prodotti sono da considerarsi illegali a tutti gli effetti.
L’organizzazione svizzera Public Eye la scorsa estate è tornata a intervistare 13 dipendenti di 6 fabbriche che riforniscono Shein. Già nella precedente indagine erano emerse condizioni di lavoro disumane nelle fabbriche fornitrici. Le cose sono adesso cambiate? No, ci sono ancora operai che cuciono vestiti anche per più di dodici ore al giorno, per sei o sette giorni a settimana, e solo un giorno libero al mese.
Non è da meno Temu, finita al centro delle polemiche dopo un’analisi fatta dall’organizzazione di consumatori Altroconsumo: su 28 prodotti acquistati tra giocattoli, gadget, caschi e cosmetici, nei quali sono stati riscontrati una o più non conformità rispetto alle norme vigenti.
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