Nella Great Pacific Garbage Patch le microplastiche stanno aumentando in misura sproporzionata rispetto ai detriti più grandi. Secondo The Ocean Clean Up sono aumentate di quasi cinque volte in sette anni.
Negli ultimi sette anni, The Ocean Cleanup ha monitorato la Great Pacific Garbage Patch (GPGP), la gigantesca isola di plastica che si è formata nell’Oceano Pacifico nota anche come “Plastic Vortex”.
Situato tra la California e le Hawaii, l’accumulo di rifiuti galleggiante si è formato negli anni ’80 per effetto delle correnti oceaniche che hanno trasportato in quel punto i rifiuti di plastica dispersi in mare. Secondo le stime, la GPGP oggi ricopre una superficie di 700.000 km quadrati.
Attraverso reti a strascico, immagini aeree e il sistema di bonifica messo a punto dalla non-profit, il team di The Ocean Cleanup è riuscito a raccogliere un set di dati che ha mostrato un trend allarmante: la rapida crescita delle microplastiche nella GPGP.
Secondo le informazioni raccolte negli ultimi sette anni, la concentrazione di frammenti di plastica inferiori ai 5mm è salita alle stelle, passando da 2,9 kg per km quadrato nel 2015 a 14,2 kg per km quadrato nel 2022. Questo aumento superiore di quasi cinque volte evidenzia quanto la situazione dell’inquinamento da plastica sia preoccupante. Infatti, il volume dei detriti di plastica nell’area analizzata supera quello degli organismi viventi che la abitano.
Learn more about this latest research showing that legacy plastic fragments are rising disproportionally faster than larger floating objects in the GPGP, here: https://t.co/qZ01VpLjME (5/5)
— The Ocean Cleanup (@TheOceanCleanup) November 19, 2024
Le microplastiche infatti, sono più difficili da raccogliere rispetto ai frammenti più grandi e rappresentano un pericolo maggiore per la biodiversità marina. Ma da dove arrivano queste minuscole particelle?
Secondo la ricerca pubblicata dall’organizzazione ambientalista, la maggior parte del materiale plastico rilevato non proviene dalla frammentazione di immondizia già presente nell’isola di plastica ma probabilmente deriva da nuovo materiale accumulato nei fiumi e nelle coste del mondo negli ultimi decenni.
Oltre a ribadire la persistenza della plastica negli ecosistemi, questi risultati indicano che siamo ancora lontani dal controllare l’afflusso dei rifiuti, visto che in questi ultimi anni si sono accumulati ad un ritmo più veloce di quanto previsto in passato. Il fatto che i detriti resistano così a lungo nell’ambiente marino causa danni a lungo termine alla fauna selvatica e agli ecosistemi.
Inquinamento da plastica, serve un approccio lungo tutto il ciclo di vita
La ricerca dunque, ribadisce ancora una volta la necessità di un approccio globale e completo lungo tutto il ciclo di vita per affrontare l’inquinamento da plastica.
Un obiettivo si dovrebbe raggiungere con il Trattato globale sull’inquinamento da plastica. Il testo è l’obiettivo del ciclo di incontri “Iniziativa Intergovernativa di Contrattazione” (INC) dell’Unep, iniziati nel 2022. L’ultimo incontro si svolgerà a Busan, in Corea del Sud, dal 25 novembre al 1° decembre.
L’articolo Microplastiche, nella Great Pacific Garbage Patch aumentano sempre di più. L’allarme di The Ocean Cleanup proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.