In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Distretti del cibo, 100 milioni per lo sviluppo del territorio; 2) Cresce l’export di vino italiano nel mondo; 3) Il Canada riapre ai prosciutti crudi italiani; 4) Il settore agroalimentare soffre gli effetti del cambiamento climatico
In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:
1) Distretti del cibo, 100 milioni per lo sviluppo del territorio: È stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste il nuovo bando per i Distretti del Cibo, che mette a disposizione 100 milioni di euro per la promozione e lo sviluppo dei territori e delle produzioni locali, nonché per garantire la sicurezza alimentare, migliorare la sostenibilità e la competitività delle produzioni e ridurre lo spreco alimentare. Viene inoltre sostenuta la collaborazione all’interno dei Distretti per integrare la produzione locale, la trasformazione e la vendita dei prodotti, e promuovere l’accesso a innovazioni che possano migliorare sia i prodotti sia i processi di produzione. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida sottolinea come con questo nuovo bando si mettano a disposizione importanti risorse che promuovono l’integrazione delle filiere. Si rafforza il ruolo dei Distretti del Cibo nello sviluppo economico e sociale di molte aree della penisola fornendo livello nazionale ulteriori opportunità per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori.
2) Cresce l’export di vino italiano nel mondo: Da gennaio ad agosto 2024, il giro d’affari dell’export di vino italiano nel mondo ammonta a 5,17 miliardi di euro, in aumento del 4,7% rispetto ai 4,94 miliardi dello stesso periodo del 2023. Anche i volumi del vino Made in Italy spediti oltre confine sono in crescita di oltre il 3%, passando da 1,37 a 1,42 miliardi di litri. I dati Istat, elaborati dal Tre Bicchieri di Gambero Rosso, mostrano una piccola ripresa dei conti del vino italiano all’estero che apre alla possibilità di raggiungere l’obiettivo degli 8 miliardi di euro di valore entro il 2024. Gli spumanti sono in sensibile aumento e si confermano il motore trainante dell’export, con +8,8% in otto mesi a quota 1,47 miliardi di euro. Tra le denominazioni spumantistiche, il Prosecco Dop incrementa i volumi del 22% e i valori di oltre 10% (a 1,1 miliardi di euro). Arretra invece l’Asti spumante Dop (-2% a valore e -4% a volume). Tra i principali clienti del vino italiano, si registrano segni positivi a valore per Stati Uniti (+7,9% a 1,25 miliardi di euro), Canada (+3,6% a 254,3 mln di euro), Germania (+4,65% a 765 milioni di euro), Paesi Bassi (+7% a 159 mln) e Svezia (+4,8% a 131 mln). Con 154 milioni di euro, la Russia balza tra gennaio e agosto di oltre il 70% nei valori. Stabile il Regno Unito (520 mln) e in lieve flessione la Francia (-1% a 201 mln di euro e bilancia commerciale negativa per l’Italia, considerando un import di oltre 220 milioni di euro). Ancora in calo il mercato cinese (-10,5%).
3) Il Canada riapre ai prosciutti crudi italiani: Il Canada ha ufficialmente riaperto le porte alle importazioni di prosciutti crudi provenienti dall’Italia, compresi quelli delle aree colpite dalla Peste Suina Africana . E’ quanto annunciato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, per il quale questo riconoscimento rappresenta un traguardo significativo, non solo per il sistema produttivo del Belpaese, ma anche per le aziende locali, che hanno dovuto affrontare enormi difficoltà a causa delle restrizioni causate dalla peste suina africana. L’Italia è il primo Paese europeo con casi di peste suina a ottenere il via libera dallo Stato nordamericano per l’export di prodotti provenienti da queste aree. Per Lollobrigida si tratta di “un segnale forte, positivo e di fiducia per i consumatori canadesi, che possono così continuare a gustare alcune delle migliori prelibatezze gastronomiche provenienti dall’Italia. Questo riconoscimento è un chiaro segnale di fiducia verso le eccellenze agroalimentari della penisola”.
4) Il settore agroalimentare soffre gli effetti del cambiamento climatico: Il settore agroalimentare è uno dei pilastri dell’economia nazionale e rappresenta un terzo del fatturato delle imprese italiane ma è anche una delle principali vittime del cambiamento climatico. È quanto emerge dallo studio annuale del WWF nell’ambito della campagna Our Future, in cui si evidenzia che il 2024 potrebbe segnare il superamento della soglia di +1,5° C di temperatura globale, aprendo la strada a un clima sconosciuto e sempre più estremo. La produzione di grano duro è calata dell’8% rispetto alla campagna precedente, mentre in Sicilia la siccità primaverile ha ridotto del 60% la produzione di legumi, del 70% quella dei cereali e dell’80% quella delle foraggere, con punte del 100% in alcune aree. Anche la campagna olearia 2024 registra un calo stimato del 23%, con la Puglia e la Sicilia particolarmente in difficoltà. Al Nord, gli eccessi di precipitazioni hanno provocato danni significativi alle coltivazioni, ritardando le semine e ostacolando la raccolta del fieno, con pesanti ripercussioni per il settore zootecnico. Il mais ha registrato un calo produttivo stimato tra il 30% e il 35%, mentre le piogge primaverili hanno compromesso la produzione di mieli monoflorali, incluso il pregiato miele di acacia. Anche il settore ittico e l’acquacoltura sono stati duramente colpiti. Il riscaldamento del mare e la conseguente riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque hanno causato morie di pesci e bivalvi. Per il Wwf è quindi urgente trasformare il sistema agroalimentare per affrontare la crisi climatica. È necessario adottare pratiche agro-ecologiche che preservino la salute dei suoli e ottimizzino l’uso dell’acqua, eliminare pesticidi e fertilizzanti di sintesi, puntare su filiere corte e sostenibili ed investire nell’energia rinnovabile, eliminando gradualmente l’uso delle fonti fossili.
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