Presentata la Strategia Nazionale dell’Idrogeno. L’Italia punta ad un approccio graduale per sviluppare l’idrogeno verde e raggiungere gli obiettivi al 2050, monitorando le evoluzioni del settore e valutandone la competitività rispetto ad altre soluzioni energetiche.
Nella transizione energetica in corso, quale sarà il ruolo dell’idrogeno? È presto per dirlo. Perché “l’affermazione del vettore dipenderà da molteplici e trasversali tematiche”. Parola del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che ha presentato la Strategia Nazionale dell’Idrogeno, il documento con cui il governo italiano spiega cosa intende fare sul fronte energetico relativamente all’idrogeno.
Cos’è l’idrogeno e qual è il suo ruolo nella transizione ecologica
Prima di andare a vedere cosa contiene il documento presentato dal governo cerchiamo di capire cosa sia l’idrogeno e quale può essere il suo ruolo nel processo di decarbonizzazione in atto.
L’idrogeno, nel campo dell’energia, è un vettore energetico, ossia una sostanza che può immagazzinare e rilasciare energia quando necessario.
In altre parole, non si tratta di una fonte primaria di energia (come il sole o il vento utilizzati per produrre energia solare o eolica) ma può essere prodotto utilizzando altre fonti energetiche e utilizzato come combustibile pulito, poiché bruciando emette solo vapore acqueo.
Per produrre idrogeno, dunque, serve energia. E affinché l’utilizzo dell’idrogeno sia una soluzione alternativa all’utilizzo di combustibili fossili (come gas, petrolio e carbone, il cui utilizzo sta generando i cambiamenti climatici) deve essere prodotto con fonti pulite.
È definito idrogeno verde quello prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua (cioè la separazione di idrogeno e ossigeno) utilizzando esclusivamente elettricità prodotta da fonti rinnovabili. È considerato la forma più sostenibile di idrogeno perché non genera emissioni di CO2 durante il processo, a differenza dell’idrogeno “grigio” (prodotto da gas naturale) o “blu” (che utilizza cattura e stoccaggio del carbonio).
La Strategia Nazionale dell’Idrogeno
L’Idrogeno viene considerato centrale da diversi scienziati perché potrebbe rappresentare un’alternativa ai combustibili fossili per quei settori in cui l’elettrificazione non è facile da attuare (ad esempio il settore navale e quello aereo).
E dunque, cosa prevede la strategia italiana per lo sviluppo di questo vettore? In generale la strategia del governo non punta a numeri ambiziosi nell’immediato, ma preferisce costruire una traiettoria credibile e progressiva.
L’idea, spiegano dal Ministero dell’Ambiente, è quella di monitorare costantemente l’evoluzione del settore e adattare la strategia a seconda delle necessità, garantendo che l’idrogeno diventi un’opzione concreta e competitiva rispetto alle altre soluzioni per la transizione energetica.
Più nello specifico, il documento governativo parte dal presupposto che l’idrogeno oggi in Italia è consumato in quantità limitate: circa 1,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), quasi esclusivamente nel settore industriale.
Nel medio termine, si prevede un aumento modesto della domanda di idrogeno a 1,7 Mtep, di cui circa il 50% sarà coperto da idrogeno verde. Per raggiungere questo traguardo, il Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) stima che saranno installati 3 GW di elettrolizzatori, dispositivi che permettono di generare idrogeno verde sfruttando l’energia rinnovabile.
Per quanto riguarda la strategia a lungo termine, il documento si concentra su tre possibili scenari per il 2050, che dipendono da quanto l’idrogeno riuscirà a diventare competitivo rispetto ad altre soluzioni energetiche come l’elettrificazione, il biometano, i biocarburanti e le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2.
Per i dettagli è possibile visionare il documento sul sito del MASE.
L’articolo Il governo ha presentato la Strategia Nazionale sull’Idrogeno. Ecco cosa prevede proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.