Il 1 dicembre si celebra la giornata mondiale dell’Aids/HIV, un’occasione per fare il punto sulla lotta alla malattia.
I dati diffusi dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata Mondiale dell’AIDS evidenziano come dopo il rallentamento dei contagi legato alle misure di distanziamento sociale dovute alla pandemia di Covid, nel 2023 le infezioni hanno ripreso a crescere. Ad aumentare maggiormente sono i contagi nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 49 anni e tra gli eterosessuali. La stragrande maggioranza dei contagi avviene a causa di rapporti sessuali non protetti, per questo l’uso del preservativo è il metodo più sicuro per evitare il contagio di tutte le malattie sessualmente trasmissibili.
Ogni anno in Italia ci sono 2mila nuove diagnosi. Secondo le stime almeno 10mila persone nel nostro Paese convivono con la malattia senza saperlo e che quindi possono contagiare inconsapevolmente altre persone. Se è vero che la scienza ha fatto degli importanti passi in avanti tanto che una persona a cui oggi viene diagnosticata tempestivamente la malattia e che segue le terapie ha un’aspettativa di vita simile a chi non ha contratto il virus, molto rimane ancora da fare per combattere lo stigma e per diffondere la conoscenza.
Va ricordato che oggi la terapia per chi ha sviluppato l’Hiv consiste in farmaci antiretrovirali facili da assumere. Ma il risultato più importante degli ultimi anni è consistito nella sigla U=U “undetectable equals untrasmittable”; non rilevabile è uguale a non trasmissibile. Infatti quando, grazie alla terapia, la carica virale nel sangue non è individuabile questo significa che il virus non è trasmissibile e che quindi la persona con HIV non può contagiare nessuno, nemmeno se ha dei rapporti sessuali non protetti.
Rimane da sconfiggere ancora molta ignoranza che circonda la malattia, secondo i dati raccolti da AstraRicerche per Gilead Sciences l’11,8% degli italiani crede che ci si possa contagiare con un bacio (il che è falso, n.d.r.), mentre addirittura il 5,2% pensa di potere contrarre l’Hiv respirando la stessa aria di una persona sieropositiva.
Questa ignoranza diffusa rende difficile rivelare di avere la malattia; secondo i dati raccolti dal numero verde Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità; 800 86 10 61, l’86% degli intervistati ha dichiarato di avere difficoltà a svelare di essere malato per paura del rifiuto sociale.
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