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Lidl Italia diffida Essere Animali. L’associazione: “Entriamo insieme in un vostro punto vendita”

“Noi siamo sempre stati in possesso delle prove che collegano gli allevamenti ai fornitori di prodotti a marchio Lidl Italia. Li avremmo volentieri condivisi in una riunione programmatica, se ce ne avessero dato la possibilità”, Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali. 

Dopo due anni di silenzio dall’inizio della campagna internazionale #LidlChickenScandal, Lidl Italia ha fatto pervenire a Essere Animali una lettera formale in cui chiede di condividere i dati identificativi degli allevamenti coinvolti nelle ultime immagini diffuse dall’associazione per svolgere controlli propri. Qualora l’associazione non dovesse rispondere positivamente alla richiesta, Lidl Italia si riserva il diritto di tutelare i propri interessi per via legale e chiedere un risarcimento per i danni che sostiene di aver subito.

 

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Tra settembre e novembre, Essere Animali ha divulgato video scioccanti provenienti da due allevamenti associati a un grande gruppo alimentare, che rifornisce la catena di supermercati Lidl Italia con prodotti a base di pollo e di maiale: si tratta di testimonianze che mostrano terribili maltrattamenti nei confronti degli animali, che l’associazione aveva già provveduto a segnalare alle autorità.

Come già documentato in passato, queste immagini sono un forte segnale di come le politiche pubbliche del colosso dei discount in tema di benessere animale siano ancora carenti nel garantire, all’interno della propria filiera, almeno l’eliminazione delle principali cause di sofferenza per gli animali d’allevamento.

Qui siamo in una struttura in provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna. Le immagini mostrano la sofferenza del maiale durante l’operazione chirurgica. 

 

Nuovo orrore in un allevamento intensivo di un fornitore di Lidl Italia tra maiali con profonde ferite sul corpo, picchiati con bastoni e presi a calci con violenza.  

Da due anni l’Open Wing Alliance, un’associazione di oltre 80 organizzazioni per la protezione degli animali (di cui fa parte anche Essere Animali), porta avanti una campagna informativa nei confronti di Lidl chiedendo un impegno concreto ad adottare standard di allevamento migliori nelle proprie filiere di pollo come previsto dallo European Chicken Commitment (ECC).

Due anni nei quali Essere Animali ha ripetutamente invitato Lidl Italia a un confronto sugli standard migliorativi per l’allevamento dei polli indicati anche dall’EFSA, senza mai ricevere nessun tipo di risposta. A differenza di quanto accaduto in altri Paesi come la Francia, dove Lidl ha sottoscritto l’ECC, o nel Regno Unito, dove si è impegnato a dare più spazio agli animali entro l’inizio del 2025, o più recentemente in Germania, dove ha pubblicato una politica allineata alle richieste dell’ECC da implementare entro il 2030.

“Noi siamo sempre stati in possesso delle prove che collegano gli allevamenti da cui provengono le immagini che abbiamo diffuso ai fornitori di prodotti a marchio Lidl Italia e li avremmo volentieri condivisi in una riunione programmatica, se ce ne avessero dato la possibilità”, spiega Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali. E aggiunge: “Il motivo per cui finora non abbiamo pubblicato queste informazioni è perché non vogliamo rischiare che la discussione si sposti dalle responsabilità di Lidl nei confronti dei suoi fornitori al circoscrivere la questione a singoli episodi”.

La lettera di Lidl Italia all’associazione Essere Animali

Nella lettera inviata all’associazione, Lidl Italia afferma che Essere Animali avrebbe dovuto rivolgere le proprie richieste direttamente agli allevatori, ma le problematiche che emergono dalle immagini riprese (e pubblicate) in questi anni in allevamenti non solo italiani, ma anche spagnoli, tedeschi e inglesi, mostrano come i problemi denunciati siano intrinseci all’allevamento intensivo, dall’utilizzo di razze a rapida crescita alle elevate densità di allevamento. QUI la lettera.

Problemi che sono causa di enorme sofferenza per gli animali e che potrebbero essere affrontati dal colosso con l’adesione all’ECC.

Lidl Italia ci accusa di voler nuocere unicamente all’immagine e ai profitti del marchio Lidl, ma le nostre azioni sono espressione del nostro diritto di cronaca e critica, e hanno l’obiettivo di stimolare il dibattito pubblico sulle condizioni di vita dei polli negli allevamenti intensivi e sul ruolo che possono svolgere i supermercati come Lidl nell’affrontare questi problemi“, afferma Montuschi.  “Comprendiamo che la nostra critica possa essere scomoda, ma è del tutto legittima e a fronte di ciò, Lidl Italia si è sempre negata a un confronto diretto, ricorrendo, da ultimo, a una diffida con potenziali implicazioni legali e oneri economici per cercare di fermarci”.

Essere Animali ha deciso di rispondere con trasparenza alle richieste di Lidl Italia e per questo ha condiviso le prove che legano le ultime immagini pubblicate tra settembre e novembre con alcuni degli allevamenti che riforniscono un loro fornitore: il Gruppo Martini.

Ma adesso vogliamo lanciare una sfida a Lidl Italia: andiamo insieme in uno dei suoi punti vendita per valutare l’incidenza di white striping e mettiamoci a collaborare allo sviluppo di un piano pluriennale che permetta di eliminare le principali cause di sofferenza dei polli. Da parte nostra c’è piena disponibilità, solo attraverso la trasparenza e la collaborazione potremo costruire un futuro migliore e realmente più sostenibile per tutti“, conclude Montuschi.

L’articolo Lidl Italia diffida Essere Animali. L’associazione: “Entriamo insieme in un vostro punto vendita” proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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