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Didattica, vince ancora la lezione frontale, solo il 3% per l’outdoor education

Erickson ha realizzato uno studio per mostrare quale tipologia di didattica è impiegata maggiormente nelle scuole

Quando si parla di didattica in Italia, il 70% degli insegnanti continua ad utilizzare la lezione frontale. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Erickson che ha coinvolto circa 2000 docenti di scuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo dello studio era quello di fotografare come si insegna nella scuola italiana, per aggiornare i pochi dati a disposizione

La didattica più utilizzata nelle scuole

Nello studio viene mostrato, per ogni didattica, la percentuale dei docenti che utilizza un determinato metodo rispetto agli altri. Il primo posto spetta alla spiegazione di gruppo in classe, ossia la lezione frontale. Secondo posto, meno scontato, alla Didattica Laboratoriale e terzo al Peer Tutoring. Subito dopo segue l’insegnamento attraverso gli strumenti tecnologici. Agli ultmi due posti troviamo l’outdoor education che si ferma al 3,2% e la Game-base learning, ossia l’educazione basata sul gioco con il 2,9%.

L’età degli insegnanti infuisce?

Nel sondaggio emergono delle differenze in base all’età degli insegnanti. Si evince come gli insegnanti della fascia d’età fino ai 29 anni utilizzino più di tutti gli altri le tecnologie per la didattica, mentre il loro utilizzo cala sistematicamente con l’avanzare dell’età. Si va da un 34% di utilizzo per i docenti fino ai 29 anni a un utilizzo pari al 16,9% negli insegnanti con più di 60 anni.

Le differenze per ordine e grado

Oltre all’età degli insegnanti, lo studio evidenzia differenze anche in base all’ordine e al grado degli istituti scolastici. Per esempio l’outdoor education è particolarmente utilizzata nelle scuole dell’infanzia, ma il suo impiego si riduce con l’aumento dell’età degli studenti. La situazione migliora per la didattica in contesti reali, utilizzata largamente nell’infanzia ma anche in altri ordini. Per quanto riguarda l’apprendimento interattivo attraverso l’utilizzo di tecnologie, la secondaria di primo grado supera quella di secondo grado.

Le conclusioni dello studio di Erickson

Se da una parte il primato della lezione frontale era prevedibile, dall’altro è possibile che questa tecnica educativa potrà essere rimpiazzata da una didattica laboratoriale, dal peer tutoring e dall’apprendimento cooperativo. Altro elemento da tenere in considerazione per il futuro è la necessità di investire sulla formazione universitaria dei futuri insegnanti e la possibilità di contaminare tutti gli ordini e gradi scolastici con un approccio che prenda spunto dalla scuola dell’infanzia.

Un esempio di didattica alternativa: il Giappone

In Giappone, nella città di Kochi, è in corso una vera e propria rivoluzione didattica nelle scuole. Già a partire delle scuole elementari si è detto addio alla classica valutazione con i voti, preferendo invece stelle ed emoji, ossia i simboli che utilizziamo sulle app di messaggistica come WhatsApp. L’obiettivo è quello di rendere il momento della valutazione più coinvolgente ma soprattutto meno stressante per gli studenti. Inoltre questa pratica favorisce lavori di gruppo e attività pratiche, al posto dei classici compiti o esami scritti.

La reazione dei genitori giapponesi

Di fronte a questa pratica rivoluzionaria della valutazione scolastica i genitori si sono divisi. Da una parte c’è chi apprezza questo approccio creativo e spera che questo possa rendere più efficace l’apprendimento. Dall’altra, invece, alcuni genitori hanno espresso perplessità e timore che i bambini perdano l’abitudine della scrittura, preferendo l’utilizzo delle emoji.

Un nuovo strumento didattico de nostri giorni

Per rendere sempre più stimolante la didattica, le scuole stanno cercando di inserire elementi innovativi, che siano in grado di favorire l’apprendimento degli studenti. Tra questi uno strumento che sta prendendo piede è quello dell’escape room, ossia un gioco di logica dal vivo che i partecipanti vivono in prima persona. Alcune scuole d’Italia stanno iniziando a sperimentare questa attività, in quanto consentono agli studenti di partecipare in modo chiaro e diretto all’attività di apprendimento.

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