Angelo Perfetti FIUMICINO -Avevano rubato corrente per dieci anni, ma la querela non è arrivata. Un episodio, questo, simbolo dei danni che sta producendo la riforma Cartabia. Riguarda due imprenditori di Focene, gestori di un’attività commerciale, accusati di appropriazione indebita di somme rilevanti tra il 2013 e il 2021. Le accuse di aver rubato corrente elettrica all’Enel, si sono infrante – nonostante l’accertamento del furto – contro un vizio procedurale: la denuncia, elemento essenziale per procedere, non è stata depositata. La decisione del tribunale si inserisce nel contesto della riforma Cartabia, entrata in vigore nel 2022, che ha ridisegnato i tempi e i requisiti di procedibilità per numerosi reati. In particolare, la riforma introduce l’obbligo della querela per alcuni crimini, stabilendo che essa debba essere presentata entro tre mesi dall’accaduto o dalla sua scoperta. In questo caso, il ritardo nella denuncia ha reso il processo improcedibile, portando all’assoluzione degli imputati. L’archiviazione, disposta dal Tribunale di Civitavecchia nel 2024, evidenzia un’altra anomalia del sistema giuridico italiano: l’eccessiva formalità delle regole che, in casi come questo, finiscono per ostacolare l’accertamento della verità. In questa vicenda, l’avvocato difensore Gianfranco Carluccio, ha saputo mettere in luce il difetto di procedibilità, puntando sull’assenza dei requisiti temporali per la validità della querela. Un intervento preciso che ha garantito ai suoi assistiti l’assoluzione, confermando ancora una volta come la competenza tecnica possa cambiare le sorti di un processo. |