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Tecnologie green, bottiglie di plastica, biofactory, crisi climatica – Tg Ambiente

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Imprese, 500 milioni per tecnologie green e digitali; 2) Nuove regole per le bottiglie di plastica; 3) Crisi climatica, a rischio la produzione alimentare mondiale; 4) Formazione continua, così nasce una biofactory nel cuore del Lazio

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Imprese, 500 milioni per tecnologie green e digitali: Sostenere lo sviluppo e la fabbricazione delle tecnologie critiche per le transizioni verde e digitale, salvaguardando e rafforzando le rispettive catene del valore: il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha adottato il decreto che dispone l’assegnazione di poco meno di 500 milioni di euro alle imprese attraverso i Contratti di sviluppo. “Un forte impulso agli investimenti delle imprese nello sviluppo sostenibile”, commenta il ministro Urso. Le risorse saranno destinate a promuovere programmi di sviluppo o la fabbricazione delle tecnologie critiche previste dal Regolamento europeo STEP, ovvero tecnologie digitali e deep tech, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, biotecnologie. Per accedere agli incentivi dedicati, i progetti d’investimento produttivo ed eventualmente di ricerca e sviluppo, presentati da una o più imprese, dovranno realizzarsi in un’unità produttiva collocata in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. La misura sarà gestita da Invitalia che, per conto del Mimit, svolgerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni.

2) Nuove regole per le bottiglie di plastica: Nuove regole per le bottiglie di plastica. Con l’inizio del 2025 entrano in vigore nuove norme previste dalla direttiva 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, adottata il 5 giugno del 2019. La direttiva, è stata adottata ed intesa con l’obiettivo principale di “prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente nonché a promuovere una transizione verso un’economia circolare in tutta l’Unione europea attraverso l’introduzione di una combinazione di misure per i prodotti contemplati dalla direttiva, in particolare, garantendo che i prodotti di plastica monouso per i quali esistono alternative disponibili e a costi abbordabili non possano essere immessi sul mercato”. Dal 1° gennaio di quest’anno, ogni Stato membro si è impegnato a garantire che le bottiglie per bevande fabbricate con polietilene tereftalato come componente principale, le bottiglie in PET, contengano almeno il 25% di plastica riciclata, calcolato come media per tutte le bottiglie in PET immesse sul mercato nel territorio dello Stato membro. Questa quota aumenterà al 30% a partire dal 2030. Inoltre, i Paesi della Ue si sono impegnati entro il 2025 a raccogliere separatamente il 77% della plastica immessa nel mercato, il 90% entro il 2029. Se per i consumatori l’impatto sarà quello visivo (una plastica più scura o giallastra), a livello ambientale l’impatto sarà notevole. In questo modo si eviterà di immettere nell’ambiente nuova plastica e si ridurranno le emissioni nella produzione.

3) Crisi climatica, a rischio la produzione alimentare mondiale: La crisi climatica in atto avrà un notevole impatto sulla produzione alimentare. Secondo il sesto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, l’aumento dei gas effetto serra causato dall’uomo ha aumentato la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi, con pesanti ripercussioni sulla reperibilità di alcune categorie di cibi. Le emissioni di CO2, la disponibilità o l’eccesso di acqua, le temperature eccessive sono tutti elementi considerevoli e capaci di incidere sensibilmente sulle rese delle piante. Un problema considerevole, se si pensa che il mondo – stando alle stime della FAO –  avrà bisogno del 50% in più di cibo entro il 2050 per nutrire la popolazione mondiale. Tra gli alimenti più a rischio troviamo il riso, un alimento fondamentale per più della metà della popolazione mondiale. Secondo una stima della Cornell University, rispetto ai 791,6 milioni di tonnellate del 2022, la produzione del riso 2024/2025 scenderà di 464 mila tonnellate. L’Italia, con 1,5 milioni di tonnellate all’anno, garantisce il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore. A rischio anche la produzione di caffè, per la quale si prevede una riduzione fino al 50% dei terreni adatti alla coltivazione. Tra le specie più sensibili e a rischio, troviamo poi il cacao. Il World Economic Forum prevede che le piante di cacao scompariranno già entro il 2050 a causa delle temperature più calde e del clima più secco. Il cambiamento climatico sta influenzando anche la resa dell’uva, la composizione e la qualità del vino. Secondo lo studio realizzato da un team coordinato dall’Università di Bordeaux insieme all’Università degli Studi di Palermo, il 90% delle tradizionali regioni vinicole nelle regioni costiere e di pianura di Italia, Spagna, Grecia e California meridionale potrebbe scomparire entro la fine del secolo a causa dell’eccessiva siccità e delle ondate di calore. In pericolo ci sono poi la produzione mondiale di olio d’oliva e il grano. In generale, si prevede che il cambiamento climatico ridurrà la produzione globale di grano del -1,9% entro la metà del secolo. Secondo la FAO, il cambiamento climatico influenzerà non solo le piante, ma porterà a cambiamenti significativi nella disponibilità e nel commercio di prodotti ittici, con conseguenze geopolitiche ed economiche potenzialmente importanti, in particolare per quei paesi maggiormente dipendenti dal settore.

4) Formazione continua, così nasce una biofactory nel cuore del Lazio: Cambiare la cultura aziendale per diventare una biofactory. Cartiere di Guarcino è una società del Gruppo Neodecortech – con sede nel Lazio – che produce carta decorativa e per l’industria dei pavimenti. L’azienda sta realizzando i suoi obiettivi anche grazie ai corsi di Fondimpresa, il Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua dei lavoratori, nato da un accordo tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. I piani formativi hanno toccato aspetti ambientali, sociali e di governance.

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