L’emergenza incendi sta rientrando, ma non è ancora finita. Ed ora è corsa alle mascherine, con l’aria sempre più irrespirabile e nociva per la salute. Il dramma degli animali, la mobilitazione solidale, le polemiche sugli Oscar e l’ordinanza per la ricostruzione.
L’emergenza incendi a Los Angeles non è ancora finita, ma ora c’è una nuova allerta: quella per la salute dei cittadini, tra l’altro confermata dallo stato d’emergenza sanitaria dichiarato dalle autorità lo scorso 10 gennaio. Se l’intensità dei venti di Santa Ana è in calo e si attende nelle prossime ore anche un leggero aumento dell’umidità, che dovrebbe facilitare il gravoso lavoro dei vigili del fuoco, ora è allerta per la qualità dell’aria.
Gli incendi, infatti, hanno bruciato non solo le foreste di tutta la Contea di Los Angeles, ma anche tutto ciò che hanno trovato sul loro percorso: edifici residenziali ma anche fabbriche, automobili e infrastrutture di vario genere. I materiali bruciati, tra cui la plastica, il metallo e anche l’amianto, hanno sicuramente generato emissioni di sostanze inquinanti e altamente cancerogene nell’aria. E le forti raffiche di vento dei giorni scorsi, oltre ad alimentare gli incendi, hanno con tutta probabilità diffuso, anche a lunga distanza, le particelle più pericolose per la salute. Anche per questo, a Los Angeles e in tutta la Contea è partita la corsa alle mascherine, che sono già esaurite nelle biblioteche pubbliche, dove vengono distribuite gratuitamente, ma iniziano a scarseggiare anche nelle farmacie. Tutte le autorità sanitarie hanno invitato i cittadini a indossare correttamente, ben aderenti al viso, mascherine P100 o in alternativa le N95 (l’equivalente delle FFP2), progettate specificamente per ridurre l’esposizione alle particelle fini nocive presenti nella cenere e nel fumo, che possono penetrare in profondità nei polmoni.
Una buona notizia è rappresentata dalla grande mobilitazione solidale di star dello spettacolo, dello sport e grandi imprenditori, statunitensi e non solo. Una vera e propria gara di donazioni per aiutare la popolazione colpita dagli incendi, con tanti cittadini costretti ad evacuare all’improvviso e che in molti casi hanno perso tutto. In questi ultimi giorni sta montando anche una polemica sull’opportunità di svolgere, anche quest’anno, una cerimonia dei Premi Oscar in pompa magna. C’è chi sostiene, infatti, che sarebbe meglio evitare celebrazioni in un momento così drammatico e chi ha suggerito di devolvere gli incassi della notte degli Oscar per finanziare chi è stato colpito direttamente dagli incendi e i soccorsi. E intanto, lo scrittore Stephen King, giurato per tre categorie, ha annunciato che non voterà in segno di rispetto verso le vittime.
C’è poi un dramma nel dramma, quello degli animali. Se finora sono 25 le vittime umane accertate, il bilancio tra gli animali domestici e selvatici potrebbe essere devastante anche se impossibile da calcolare con esattezza. Molti residenti sono stati costretti a lasciare le loro case all’improvviso senza i loro animali o affidandoli a dei rifugi. Tanti animali domestici si sono ritrovati improvvisamente randagi: chi è scampato alle fiamme è stato salvato dai canili o dai rifugi, ma anche qui iniziano a mancare cibo e acqua. Anche qui, senza la solidarietà dei cittadini, sarebbe impossibile aiutare le altre vittime degli incendi. Come se non bastasse, gli animali domestici rimasti disorientati in mezzo a ciò che resta di Los Angeles rischiano di diventare facili prede per coyote e leoni di montagna che in questi giorni si aggirano nei centri abitati distrutti alla ricerca di cibo.
Se gli incendi di Los Angeles sono, secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, l’ennesimo esempio delle conseguenze della crisi climatica, la California ora cerca di guardare alla ricostruzione. Il governatore Gavin Newsom ha spiegato di voler varare un titanico progetto simile al Piano Marshall, firmando un ordine esecutivo per accelerare la disponibilità di alloggi temporanei e proteggere i residenti dalle speculazioni sui prezzi. L’ordinanza prevede anche semplificazioni nelle costruzioni e nell’occupazione di unità abitative accessorie come roulotte o prefarbbricati.
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