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E se alla fine sui cambiamenti climatici avesse ragione Trump?

Con l’inizio del secondo mandato di Trump gli Stati Uniti si preparano a modificare il proprio approccio alla lotta ai cambiamenti climatici. Cosa accadrebbe se avesse ragione il presidente negazionista? E cosa accadrebbe, invece, se ad aver ragione fosse la comunità scientifica internazionale? 

Con la cerimonia di insediamento al Campidoglio che comincerà alle 18 italiane, inizierà ufficialmente il secondo mandato presidenziale di Donald Trump. Il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America ha fatto sapere che già nei primissimi giorni della sua presidenza firmerà ordini esecutivi che daranno una forte sterzata alle posizioni degli USA in diversi ambiti. Compresi quelli dell’energia e del clima.

La stragrande maggioranza dei climatologi in tutto il mondo ha sottolineato quanto sia ormai evidente che a causare il riscaldamento globale in corso sono le emissioni di gas serra legate all’utilizzo di combustibili fossili come petrolio, gas e carbone.

Ma per Trump il consenso scientifico evidentemente vale poco perché in diverse occasioni ha dichiarato che il cambiamento climatico è “una delle più grandi truffe di tutti i tempi”. 

Il neo-presidente ha messo in dubbio la causa antropica del riscaldamento globale e ha anche scherzato sull’innalzamento del livello del mare. “Ho sentito che gli oceani si alzeranno nei prossimi 300 anni”, disse in un’occasione il tycoon. Per poi aggiungere: “Avremo un po’ più di proprietà con vista mare, che non è la cosa peggiore del mondo”. 

Il riscaldamento globale e le sue conseguenze (come l’innalzamento degli oceani) provocheranno danni ingenti alle economie mondiali e perdite umane non indifferenti. Supponendo che abbiano ragione gli scienziati. 

Ma se avessero torto? Se in realtà Trump fosse più intelligente e più sveglio dell’intera comunità scientifica internazionale? E se i cambiamenti climatici in corso non fossero causati dall’essere umano o, addirittura, non fossero così potenzialmente dannosi come dice che li studia da decenni?

Cambiamenti climatici, cosa accadrebbe se avesse ragione Trump

La comunità scientifica internazionale ha spiegato che il riscaldamento globale è causato dall’utilizzo di fonti fossili. La leadership politica del Pianeta ha compreso che per porre fine al riscaldamento globale bisogna porre fine all’utilizzo di combustibili fossili.

Sebbene la decarbonizzazione non sia una scelta economicamente vantaggiosa, è necessaria evitare le conseguenze peggiori della crisi climatica.

Per arrivare a un Pianeta decarbonizzato, i Paesi del mondo si stanno muovendo – con tempi e modi spesso assai diversi – per sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili e pulite.

Ma se avesse ragione Trump e se i cambiamenti climatici fossero naturali o non esistessero affatto, quali sarebbero le conseguenze?

Ci ritroveremmo con un sistema energetico molto diverso da quello attuale, basato non sul petrolio e sul gas naturale ma sul sole, sul vento, sulla forza dell’acqua e sul calore terrestre. 

Una modifica del sistema energetico planetario che, è vero, avrebbe rappresentato uno sforzo inutile dal punto di vista della lotta alla crisi climatica. Ma avrebbe creato di sicuro un Pianeta più pulito e un’aria più salubre (le emissioni legate all’utilizzo di fonti fossili modificano il clima, ma causano anche un forte inquinamento atmosferico che provoca milioni di morti premature ogni anno).

In sintesi, se i cambiamenti climatici per assurdo fossero frutto dell’immaginazione di migliaia di scienziati e scienziate, avremmo speso tanti soldi senza risolvere il problema climatico ma risolvendo, in ogni caso, quello dell’inquinamento atmosferico.

Ok. E se invece Trump avesse torto? Se ad avere ragione fossero migliaia di uomini e donne che hanno deciso di dedicare la loro vita alla ricerca scientifica sulla climatologia?

Beh, allora sarebbe un problema.

Le conseguenze sul clima delle politiche di Trump

Il neo-presidente Donald Trump ha dichiarato che sin dai primi giorni del suo mandato darà una forte spinta verso le nuove trivellazioni per la ricerca e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale.

L’amministrazione uscente guidata da Joe Biden aveva posto un freno allo sfruttamento di nuovi giacimenti. Trump ha giurato ai suoi sostenitori che eliminerà del tutto i limiti imposti da Biden e tornerà a trivellare.

Ma nei piani di Trump non c’è solo la volontà di sfruttare il petrolio per fini economici. Il nuovo presidente americano vuole rimarcare davanti alla comunità internazionale che la lotta ai cambiamenti climatici non è affatto una priorità degli States. E lo farà rifacendo ciò che fece nel suo primo mandato: ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, cioè l’accordo con cui quasi tutti gli stati del mondo si impegnano a mantenere le temperature globali “ben al di sotto” dei 2°C in più rispetto al periodo pre-industriale. 

E dunque, se sulla crisi climatica avessero ragione gli scienziati e se Trump dovesse fare tutto ciò che ha promesso in campagna elettorale, cosa accadrebbe?

La lotta alla crisi climatica perderebbe un alleato importante. Forse il più importante. Perché gli Stati Uniti rimangono la prima potenza economica globale.

La fine delle politiche green da parte degli USA potrebbe portare all’allentamento degli sforzi di altri membri della comunità internazionale.

E con meno sforzi per la decarbonizzazione potremmo ritrovarci presto a superare la soglia dei 2°C di riscaldamento globale. Cioè la soglia che secondo gli scienziati rappresenterebbe il punto di non ritorno.

Superando quella soglia gli effetti del global warming sarebbero gravi:

  • aumento del numero e della forza di eventi meteo estremi come tornado, nubifragi e grandinate;
  • numero crescente di ondate di siccità che causerebbero crisi idriche importanti e renderebbero sempre peggiori gli incendi boschivi;
  • scioglimento dei ghiacciai che farebbero alzare il livello del mare e distruggerebbero centinaia di città costiere che si ritroverebbero sommerse;
  • distruzione degli habitat naturali di diverse specie animali e vegetali e perdita della biodiversità con conseguenze nefaste anche sulla catena alimentare.

Insomma, se Trump avesse torto sui cambiamenti climatici – come tutto fa supporre – servirebbero sforzi maggiori da parte di tutti gli altri Paesi del mondo per evitare le conseguenze peggiori della crisi climatica. Sperando che le politiche energetiche del neo-presidente non siano così dannose per il clima come lui stesso ha promesso.

L’articolo E se alla fine sui cambiamenti climatici avesse ragione Trump? proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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