Già 18 i focolai di influenza aviaria confermati in Italia soltanto a gennaio 2025. Tra le Regioni più colpite, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.
Cresce l’allarme influenza aviaria in Italia dopo le preoccupazioni lanciate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA). A Vigasio, in provincia di Verona, in Veneto, le Autorità Locali hanno confermato un nuovo focolaio del virus H5N1 in un allevamento intensivo ospitante oltre 800.000 galline ovaiole. Animali che, oggi più che mai, potrebbero rischiare l’abbattimento con devastanti conseguenze economiche per l’industria zootecnica.
Influenza Aviaria: individuato un nuovo focolaio in un allevamento galline nel Veronese. Il totale regionale sale a 24 casi, contro i 23 lombardi. 53 il numero complessivo di focolai di aviaria in Italia.#IoSeguoTgrhttps://t.co/vjONgcOYK6
— Tgr Rai Veneto (@TgrRaiVeneto) January 20, 2025
Già 18 i focolai della malattia infettiva confermati lungo la Penisola soltanto a gennaio 2025. 53, invece, i centri di infezioni rilevati da ottobre 2024. Tra le Regioni più colpite, il Veneto con 23 focolai, la Lombardia con 22 focolai, l’Emilia-Romagna con 6 focolai e il Friuli-Venezia Giulia con 2 focolai. “Questa situazione pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza“, ha affermato il Direttore del Dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Calogero Terregino.
Ad alzare il livello di allerta è stata anche la morte del primo gatto italiano risultato positivo all’influenza aviaria. Il felino domestico abitava a Valsamoggia, vicino a Bologna, in Emilia-Romagna, in un piccolo allevamento di polli. Proprio per questo, a detta degli esperti, Micio avrebbe contratto il virus H5N1.
Un caso di influenza aviaria su un gatto nel Bolognese. Era a stretto contatto con pollame infetto, esami su un altro #ANSA https://t.co/OOyZOa7yKq
— Ansa Emilia-Romagna (@Ansa_ER) January 17, 2025
Intanto, dall’Europa agli Stati Uniti d’America, gli scienziati stanno monitorando giorno e notte l’evolversi della situazione per prevenire un’emergenza sanitaria. Tra i consigli per evitare il contagio, l’allontanamento da animali feriti o malati, il consumo di carne ben cotta e lo stop all’utilizzo di latte crudo considerato, da uno studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, un pericolosissimo vettore di diffusione della malattia infettiva.
Di certo, Vecchio Mondo e Nuovo Mondo stanno continuando a lavorare per acquisire o produrre vaccini contro una possibile pandemia di influenza aviaria. “Negli allevamenti i nuovi virus, che emergono da serbatoi selvatici, possono trovare una “cassa di risonanza” utile a replicarsi per arrivare all’essere umano“, aveva spiegato a Teleambiente il virologo Giacomo Gorini.
Influenza aviaria, Capua: “Siamo seduti su una bomba a orologeria”
L’influenza aviaria, se dovesse trasformarsi in una pandemia, potrebbe essere più letale del Coronavirus. A lanciare l’allarme è stata la virologa Ilaria Capua in un editoriale pubblicato sul quotidiano “Corriere della Sera” il 29 novembre 2024. Il virus H5N1, che ha fatto già salti di specie dagli uccelli ai bovini, ha cominciato a infettare gli esseri umani soprattutto negli Stati Uniti d’America. “Siamo seduti su una bomba a orologeria“, ha scritto la dottoressa.
Preoccupante, a detta sua, la scarsa collaborazione della potenza mondiale amministrata ancora una volta da Donald Trump. Il motivo? Gli Stati Uniti d’America avrebbero condiviso poche, o nulle, informazioni scientifiche sui sequenziamenti dell’influenza aviaria riscontrata nelle vacche da latte. Non a caso le industrie zootecniche a stelle e strisce, anziché subire restrizioni sanitarie adeguate per contenere la patologia, stanno continuando a lavorare. È più importante il profitto economico o la salute pubblica? Una domanda che, oggi più che mai, potrebbe essere retorica.
A trasformarsi in pericolosi vettori di contagio, secondo la virologa Ilaria Capua, potrebbero essere gli immigrati illegali assunti come operatori agricoli. Persone che, non potendo andare dal medico a causa della mancanza di un regolare contratto di lavoro, potrebbero contribuire al propagarsi dell’influenza umana o dell’influenza aviaria. “L’incontro fatale tra i due virus potrebbe scatenare una nuova pandemia molto più aggressiva e mortale del Coronavirus“, ha concluso la divulgatrice scientifica.
Prima o poi ci presenterà il conto.#AvianFlu pic.twitter.com/i7NIyN22ms
— Ilaria Capua (@ilariacapua) November 29, 2024
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