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Civitavecchia piange Aldo Solfanelli

I suoi baffi resteranno sempre nei nostri cuori. All’età di 76 anni ci ha lasciato Aldo Solfanelli, personaggio splendido del calcio civitavecchiese. Anche i più giovani, che magari non lo conoscono, avranno sicuramente sentito questo nome e magari saranno anche venuti a conoscenza di qualche storia che lo riguarda. In città era conosciuto non solo per quanto fatto nel corso della sua carriera, prima da calciatore e poi da allenatore, ma anche per come era proprio Aldo, considerato un uomo leale, buono e con dei valori ben saldi. Tornando al curriculum di Solfanelli, da calciatore, nel ruolo di attaccante, aveva giocato un’intera partita, come debutto, nel campionato di serie A. Il suo Mantova, che ai tempi di dispetti alle grandi del calcio italiano, l’11 febbraio 1968 affronta il Milan. In rossonero ci sono nomi straordinari, come Gianni Rivera, Giovanni Trapattoni, Giovanni Lodetti, Pierino Prati, in panchina Nereo Rocco ed in porta Fabio Cudicini, che ci ha lasciati appena qualche settimana fa. Inoltre Solfanelli ha vestito le maglie di Tevere Roma, Trapani, Civitavecchia, Velletri, Latina, Rieti, Viterbese ed Almas Roma. In totale ha collezionato 43 presenze in serie C, segnando due reti. Successivamente è diventato popolarissimo in città come allenatore, diventando un insegnante di valore con i giovani. I funerali sono in programma alle 15 alla chiesa di Pantano. «Ricordo che parlavo con lui al Pro Campo Oro e allenava la Terza Categoria – ci racconta Carlo Gattavilla, giornalista locale che lo ha seguito moltissimo – poi negli ultimi anni alla Leocon. Ho tanti aneddoti dentro di me, ma ora sono confuso per il dolore per questa perdita. Quando era al Mantova in serie A, quante botte prendeva e quante ne dava. Lui attaccante e mancino le dava e le prometteva. Una volta, in un Mantova – Milan lo marcò un certo Giovanni Trapattoni… e fu una bella lotta. Poi giocò in serie C col Trapani e altre squadre. All’inizio degli anni 80, era allenatore del Pro Campo del presidente Paielli. Una domenica giocavano in trasferta ed erano undici contati. Stavano pareggiando 1-1 e mancavano una decina di minuti al termine. Entrò in campo e segnò la rete vincente. Quando Paielli mi telefonò e disse che avevano vinto nel finale con un gol di Aldo non potevo crederci, ma era così». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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