«Chi sa qualcosa degli orrori che accadevano vada a denunciare». È l’appello lanciato ieri nel corso della puntata di Pomeriggio 5 dall’ex dipendente della casa di riposo di Latera da cui denuncia è scaturita l’indagine che ha portato alla luce gli episodi di maltrattamenti e abusi sugli anziani. Lei e le altre ex dipendenti hanno raccontato ai carabinieri di ospiti della struttura denutriti e disidratati. Sotto la lente degli investigatori anche il caso di un 95enne che la famiglia ha ricoverato a Belcolle dal quale è uscito con una diagnosi di disidratazione e malnutrizione. Rientrato nella struttura, poi è morto poco dopo. «Era pratica normale – ha raccontato l’ex dipendente ai carabinieri – imbottire gli anziani di sonniferi e di altre medicine, in maniera che non disturbassero e che dormissero anche per giorni interi. E non venivano fatti mangiare o bere ma lasciati a letto e spesso trascurati senza neanche essere cambiati dei pannoloni sporchi o lavati. Spesso i parenti si sono lamentati delle condizioni in cui hanno trovato i loro cari». Una ventina gli ospiti vittime degli abusi, sette dei quali nel frattempo sono deceduti. Martedì scorso i carabinieri, che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare, sono tornati nella struttura per effettuare altri sequestri. L’indagine, per la quale sono finiti in carcere 3 operatori soci-sanitari e altri 3 sono indagati a piede libero con l’interdizione dalla professione, è tutt’altro che chiusa. Il pm, Flavio Serracchiani, che coordina l’inchiesta, ha richiesto il sequestro delle cartelle cliniche, dei piani terapeutici e ogni altra documentazione sanitaria relativa ai pazienti ricoverati nella struttura dal 2023 a oggi proprio per verificare l’aspetto legato alla nutrizione degli anziani. Le indagini, infatti, a ultimo, “hanno disvelato una serie di ulteriori episodi – è stato detto dagli investigatori – sui quali ancora deve farsi luce, che riguardano, in particolare, l’alimentazione delle anziane vittime – spesso lasciate senza mangiare ovvero malnutrite, la somministrazione di farmaci ansiolitici ed il frequente ricorso all’applicazione di strumenti di contenzione – fascette o bende – con cui gli anziani venivano legati al letto e qui lasciati per ore”. La proprietà della struttura, estranea alla vicenda e che per bocca del legale, l’avvocato Valentini, si è detta esterrefatta dell’accaduto, ha avviato il licenziamento per i dipendenti coinvolti e non esclude ulteriori azioni legali risarcitorie. |