ROMA – “La proposta del governo Milei di abolire il reato di femminicidio è semplicemente assurda, e non ha trovato sostegno da nessuno dei partiti all’opposizione, neanche dalla destra che sostiene la sua linea economica. Per ora siamo ancora alle parole, ma, se venisse davvero depenalizzato, diventeremmo davvero un paese arretrato in materia di violenza di genere, sebbene qui venga uccisa una donna ogni 30 ore”. Parla con l’agenzia Dire Andrea D’Atri, deputata nella città di Buenos Aires per il Partido de Trabajadores Socialistas – Frente de Izquierda, e fondatrice dell’associazione femminista socialista ‘Pan y Rosas’.
Il commento avviene dopo l’annuncio del presidente Milei, sostenuto dal suo governo, di voler depenalizzare il reato di femminicidio per equipararlo a quello di omicidio per una questione di “parità di genere”. Il nodo è anche l’ammontare della pena, che sarebbe più alta per i responsabili di femminicidio, determinando “un privilegio per le donne”.Milei ha tenuto un lungo discorso al World Economic Forum di Davos contro l’ideologia di genere, in cui ha anche collegato l’omosessualità alla pedofilia. Poi, l’attacco al reato di femminicidio, sostenendo che da quando è stato abolito il ministero delle Donne, del genere e della diversità, tali crimini si sarebbero ridotti. “Anche questa è una sciocchezza” commenta D’Atri. “Il tasso di femminicidi non è diminuito né con l’istituzione del Ministero, né tanto meno con la sua abolizione”.Al contrario, avverte la politica, “in questo primo mese del 2025 si registra un aumento del tasso di femminicidi che, a quanto abbiamo capito, è causato alla diffusione continua di discorsi d’odio da parte dello stesso Stato che legittima la violenza sessista”.
Ma la proposta di abolire il reato di femminicidio “ha suscitato l’immediata risposta dei movimenti Lgbtq e dei femminismi e di molti altri settori, che hanno indetto un’assemblea pubblica in un parco della città, qui a Buenos Aires Aires, a cui hanno partecipato 5mila persone. Da quell’assemblea è nata l’idea di convocare una manifestazione per domani, 1° febbraio, a Buenos Aires e in altre città del Paese, alla quale si sono unite le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo per difendere i luoghi della memoria”.
L’attivista infatti ricorda che Milei sta cercando di chiudere vari luoghi storici, come gli ex centri clandestini di detenzione e i centri di tortura della dittatura militare.In piazza anche “i lavoratori dell’unico ospedale nazionale di salute mentale che vengono licenziati dal governo, e poi artisti, personalità culturali e molti leader politici e sindacali. Sarà sicuramente una grandissima manifestazione di opposizione al governo di estrema destra”, conclude.
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