“Quando vado a correre cerco e trovo la stessa concentrazione. Sento la mancanza della famiglia, ma so di avere bisogno anche di quella felicità lì. Si tratta di migliorare, di essere competitivo con le auto. Che sono molto più sicure delle moto. Prima del via, in Motogp, sei tesissimo, hai a che fare con la paura. Un’adrenalina incomparabile. E poi i piloti di auto sono quasi sempre ricchi che pagano per correre mentre i piloti di moto sono degli scappati di casa che magari diventano ricchi correndo”.
“La mattina mi sveglio, mi accorgo di essere tutto di un pezzo, sano e salvo, e sono contento. Il merito va alla fortuna, ma anche all’attenzione che metti per preservare il tuo corpo, per ragionare. Ricordo un sacco di attimi precisi, un sorpasso preparato e riuscito, l’intenzione di una mossa senza sapere se ne verrai fuori, l’istante che innesca un incidente”.
Tipo “in Austria, 2020, la moto di Morbidelli che vola, passa sopra il mio casco come un enorme proiettile impazzito. È stato il momento più pericoloso della mia carriera. Un incidente che ha accelerato la decisone di smettere con le moto perché era fuori dal mio controllo”.
Marco Simoncelli… “Eh, molti pensieri che il tempo addolcisce. Mi dico: che peccato non stare vicini, vedere cosa avrebbe combinato il Sic da amico e da avversario, generoso come era. È un rimpianto che resta”.
Gli incroci con Schumacher e Hamilton: “Di Schumi ho un bellissimo ricordo. Era noto che anni prima avevo scommesso su Jacques Villeneuve, dunque contro di lui. Così, quando ci siamo trovati nel box ero un po’ in paranoia. Adesso mi guarda e pensa, eccolo qui il coglione… Invece gentilissimo, mi ha dato un sacco di consigli. Un gran figo”. Con Hamilton “bello. Cena e confidenze. Il giorno dopo, arrivai in ritardo. Mi stavo cambiando, entrò nel motorhome ed era Hamilton vestito da Hamilton. Indicava l’orologio: i soliti italiani, cappuccino, brioche… Mi rimproverava. Sorrideva. Non del tutto però».
Il mito incontra i miti: “Ho conosciuto Brad Pitt, Tom Cruise, a differenza di Christian Bale o Dicaprio che ammiro. Ho incontrato i miei miti sportivi, Michael Jordan, Ronaldo, Jeremy Mcgrath, Kevin Schwantz, Maradona. Ma sono stati Vasco, Cesare Cremonini e Jovanotti a darmi qualcosa in più”.
“Tra il 2007 e il 2008 la mia vita è cambiata, ho capito cosa desideravo veramente: stare qui, nei miei posti, con la mia gente. Il problema con il fisco mi ha permesso di comprendere che ero pronto per essere me stesso. Fu un disastro ma anche una fortuna”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it