ROMA – I segreti delle infiltrazioni mafiose e quelli finanziari della squadra Campione d’Italia. In “Il derby d’Italia” di Daniele Autieri con la collaborazione di Andrea Tornago, Report, in onda domenica 2 febbraio alle 20.30 su Rai 3 e RaiPlay, ricostruisce i risvolti inediti dell’inchiesta sulle infiltrazioni nella tifoseria dell’Inter e svela un collegamento tra le infiltrazioni della ‘ndrangheta emerse nel 2017 nella Juventus e quelle attuali nella città di Milano. L’inchiesta mette in luce le responsabilità dei Club e delle istituzioni sportive, tanto sul fronte criminale, quanto su quello finanziario. Per la prima volta parla un analista che nel 2020 stilò un report dal quale emergevano anomalie sul bilancio dell’Inter, e rivela di aver comunicato quelle informazioni alle massime istituzioni sportive, Federcalcio e Uefa. Nessuno però è mai intervenuto e chi ha tentato di farlo ha subìto pressioni affinché non fossero alterati gli equilibri del Campionato.
Il 4 settembre, un mese prima delle retate che hanno decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan, Antonio Bellocco viene ucciso da Andrea Beretta. Qual è il grado di infiltrazione delle organizzazioni criminali negli stadi e nelle curve? Domenica, su #Rai3 pic.twitter.com/0jThx3K9GU
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Con “Vino in serra” di Emanuele Bellano con la collaborazione di Madi Ferrucci e Raffaella Notariale, obiettivo sul Passito di Pantelleria, un vino dolce apprezzato in tutto il mondo. La produzione si basa sull’appassimento delle uve di zibibbo sfruttando il sole d’agosto dell’isola e seguendo un metodo tradizionale: le uve appena raccolte vengono stese sugli “stinnituri”, gli stenditoi in pietra esposti a sud tipici della tradizione pantesca. La lentezza del processo di produzione insieme ai rischi, alle difficoltà e al territorio geograficamente limitato, fa sì che il Passito di Pantelleria arrivi a costare anche 65 euro a bottiglia. Ma il più grande produttore dell’isola ha da tempo adottato un altro metodo per essiccare le uve: le serre. Con temperature che superano i 60 gradi, le serre riducono i tempi di essiccamento ma intervengono anche sul sapore delle uve appassite. Il controllo delle procedure di produzione è in mano al consorzio di tutela del Passito di Pantelleria Doc, di cui un’azienda in particolare è uno dei soci principali. E finora ha ritenuto di non dover intervenire.
Perché l’utilizzo delle serre mette a rischio la denominazione di origine controllata.
Ne parliamo domenica, dalle 20.30, su #Rai3 👇 pic.twitter.com/VkDUqO1JRp— Report (@reportrai3) January 30, 2025
Si passa, poi, a “Benessere parlamentare” di Giulia Innocenzi con la collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella: sono tanti i cittadini che con generosità donano in favore di associazioni che si battono per la protezione degli animali. Tutte le donazioni vanno a finire a destinazione? Grazie a documenti esclusivi, “Report” mostrerà spese anomale, di cui è andato a chiedere conto anche a un importante politico.
Report è entrato in possesso di materiale esclusivo riguardante Leidaa, associazione per la protezione degli animali di cui è presidente Michela Vittoria Brambilla. Risulterebbe che l'associazione abbia pagato 7515 euro per le auto blu usate da Brambilla. Domenica 20.30 #Rai3👇 pic.twitter.com/mZvGA5vQOx
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E ancora, “Questione di fiducia” di Giorgio Mottola con la collaborazione di Greta Orsi. “Report” è in grado di rivelare un nuovo colpo di scena nella vicenda della vendita di Visibilia da parte di Daniela Santanchè alla misteriosa Wip Finance. L’inviato Giorgio Mottola è riuscito a scoprire chi sarebbe il vero proprietario della società anonima svizzera. Emergerebbe un’altra storia inquietante che getterebbe ombre sempre più pesanti sulla operazione finanziaria di cui è protagonista la ministra del turismo.
Si chiude con “Lab Report: il seme della discordia” di Roberta Persia con la collaborazione di Stefano Lamorgese. Nel 2022, il Pnrr prometteva 6,6 milioni di alberi con 330 milioni di euro. Nel 2024, l’obiettivo scende a 4,5 milioni di alberi e 210 milioni. Il problema? Mancano gli alberi.I tempi del Pnrr hanno imposto una logica economica alla crescita degli alberi. Con una produzione insufficiente, si è optato per contare anche i semi, trasformando la riforestazione in un’operazione contabile. La Corte dei conti ha sollevato dubbi sulla gestione, ma il Governo ha eliminato il “controllo concomitante”, abdicando alla trasparenza. Mentre le città metropolitane soffocano, la riforestazione rischia di restare una promessa vuota.
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