RIMINI – Ha fatto clamore e il giro d’Italia il video che ha ripreso gli insulti razzisti a una giocatrice di basket di soli 17 anni lanciati dalla mamma di un’avversaria, durante una partita “Under 19” giocata a Rimini, lunedì scorso. E ora, alle parole di condanna emerse da entrambe le società sportive in campo quella sera, la Happy Basket Rimini e Nuova Virtus Cesena, e non solo, stanno seguendo i fatti.
LA FIP APRE UN’INDAGINE
La Procura federale ha infatti aperto un’indagine “al fine di verificare la natura e le eventuali responsabilità in relazione a quanto accaduto all’interno dell’impianto di gioco Carim di Rimini durante e al termine della partita del campionato Under 19 femminile tra Happy Basket Rimini e Nuova Virtus Cesena”. Lo riporta sul proprio sito la Fip, Federazione italiana basket, che fa capire di vuole prendere seriamente la faccenda e senza fare sconti a nessuno.
LA DENUNCIA IN QUESTURA DEL PRESIDENTE DELLA HAPPY BASKET RIMINI
Non solo: la donna, secondo quanto riportano i quotidiani locali, è stata denunciata in questura dal presidente della squadra riminese Giovanni Piombini nella mattinata di mercoledì 5 febbraio. E ora la Questura di Rimini starebbe valutando l’emissione di un Daspo nei suoi confronti.
COSA ERA SUCCESSO
Durante una partita di basket del campionato femminile under 19 al palazzetto Carim di Rimini, dagli spalti una donna ha iniziato a urlare insulti gravi all’indirizzo della giovane cestita della squadra riminese in campo con la maglia n.29. Tra cui, come si è sentito chiaramente da un video diventato virale, la frase: “Ma non ti vergogni? Sei una scimmia”. A quelle parole la ragazza non ha più resistito alle provocazioni e a lasciato il terreno di gioco per dirigersi sulle tribune, diretta a chi l’aveva verbalmente attaccata. Non si è arrivati al contatto fisico per l’intervento tempestivo di altri spettatori e dei dirigenti delle società sportive, ma ormai i video di quanto accaduto hanno iniziato a diffondersi, così come le reazioni di sgomento e condanna. Ora la mamma tifosa di Cesena rischia il provvedimento che la terrà lontano dalle partite della figlia per un certo periodo di tempo.
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