ROMA – Nemmeno il tempo di ascoltare l’annuncio immobiliare di Trump sulla “Riviera” di Gaza, e la deportazione più o meno forzosa di due milioni di palestinesi, ed ecco che l’Arabia Saudita prende posizione: un secco no al presidente degli Stati Uniti. Prendersi i profughi palestinesi? Non se ne parla. Anzi, in una nota ufficiale del Ministero degli Esteri si afferma sostegno saudita a uno stato palestinese, “fermo e incrollabile”.
Trump, dopo aver ospitato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, aveva appena detto l’esatto contrario: l’Arabia Saudita non insiste su uno stato palestinese. La risposta è stata immediata: l’instaurazione di legami diplomatici con Israele dipenderà proprio dalla creazione dello Stato.Prima che iniziasse la guerra a Gaza l’Arabia Saudita sembrava vicina a stabilire relazioni diplomatiche con Israele senza soddisfare la precondizione di uno stato palestinese. Ma intanto è cambiato tutto. Oggi i sauditi ribadiscono l’ “inequivocabile rifiuto” di qualsiasi violazione dei diritti del popolo palestinese, compresi i tentativi di spostarlo altrove.
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