ROMA – “In merito a quanto pubblicato da alcuni organi di stampa su presunte attività di spionaggio che avrebbero riguardato operatori dell’informazione, la presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto), compresi i giornalisti. Trattandosi di una questione che il governo considera di particolare gravità, è stata attivata l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che dipende dalla Presidenza del Consiglio. ACN ha interloquito con lo studio legale Advant, incaricato dalla società WhatsApp Ireland Limited: emerge che le utenze italiane interessate finora appaiono essere sette”.
LA VICENDA
Lo scrive palazzo Chigi in una nota in riferimento al caso denunciato da alcune testate di un’attività di spionaggio in cui sarebbero coinvolti giornalisti e attivisti. Tra questi anche il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato, e Luca Casarini, capomissione della Ong Mediterranea: sono loro stessi ad aver comunicato che Meta, la società proprietaria di WhatsApp, gli ha notificato la violazione dei propri telefoni attraverso lo spyware dell’azienda israeliana Paragon Solutions.
“COPASIR DISPONIBILE A RIFERIRE IN PARLAMENTO”
“Non è stata comunicata ad ACN l’identità dei titolari di tali utenze- prosegue Palazzo Chigi- che sono stati informati direttamente dalla stessa società, a tutela della loro privacy. Dalla medesima interlocuzione si ricava che le utenze fino ad ora coinvolte appartengono a numeri con prefissi telefonici riconducibili, oltre all’Italia, ai seguenti Paesi: Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia. WhatsApp Ireland Limited è la società di Meta che opera nel mercato europeo, il che spiega perché le informazioni emerse riguardino esclusivamente Paesi dell’Unione Europea. Per ogni altra questione di competenza dell’intelligence relativa all’uso degli strumenti in questione, la presidenza del Consiglio conferma la sua disponibilità a riferire all’organismo parlamentare preposto al controllo dell’attività dei servizi (Copasir)”, conclude il comunicato.
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