FIRENZE – La strage di via Mariti del 16 febbraio 2024, nel cantiere dell’Esselunga, è “ascrivibile a un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P” del secondo impalcato dell’edificio in costruzione, “poiché venivano calcolati in modo erroneo i carichi che la trave avrebbe dovuto sostenere e veniva inserito nel relativo progetto un quantitativo di ferro”, l’armatura, “non in grado di sostenere tali carichi”. È quanto mette nero su bianco la Procura di Firenze a quasi un anno dal crollo e dal collasso del supermercato in fase di realizzazione in cui morirono schiacciati cinque lavoratori: l’autotrasportatore Luigi Coclite e gli operai Taoufik Haidar, Mohamed El Ferhane, Bouzekri Rahimi e Mohamed Toukabri.
CHI SONO GLI INDAGATI
Per questo la Procura iscrive i primi tre nomi nel registro degli indagati: il rappresentante legale della Rdb.Ita, ovvero della ditta abruzzese che ha realizzato la trave incriminata, Alfonso D’Eugenio; l’ingegnere Carlo Melchiorre, responsabile dell’ufficio calcolo sempre della Rdb; Marco Passaleva, l’ingegnere nominato da ‘La Villata’ (società immobiliare controllata da Esselunga e presieduta dall’ex ministro, Angelino Alfano) come direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere. Per i tre professionisti la Procura ipotizza, a vario titolo, le accuse di omicidio colposo, lesioni colpose plurime con le aggravanti della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
I SEQUESTRI PREVENTIVI
Oltre a questo, la stessa Rdb (che ha la sede legale ad Atri, in provincia di Teramo) finisce sotto sequestro. E l’esecuzione di questo provvedimento, che ha avuto via libera dal gip, costituisce “uno snodo essenziale delle indagini avviate e tuttora in pieno svolgimento”, evidenzia la Procura.L’indagine, quindi, si sta concentrata sulla trave- progettata male e troppo poco armata, secondo gli inquirenti- e sul dente di sostegno crollato mentre gli operai stavano gettando, provocando il crollo delle travi e dei solai sottostanti. D’Eugenio e Melchiorre, sottolinea inoltre la Procura, commettevano nell’interesse della Rdb “una pluralità di delitti, omettendo di adottare e di attuare efficacemente, prima della commissione del fatto, un modello di organizzazione e gestione idoneo a prevenire reati della specie di quelli verificatisi. In particolare, di adottare un modello che contenesse procedure idonee ad evitare, o a consentire, che la progettazione e l’esecuzione degli elementi prefabbricati venisse reiteratamente eseguita frettolosamente e con gravi palesi errori di progettazione e di esecuzione”.Così, oltre al sequestro del cantiere di via Mariti (“compresi i macchinari, i manufatti, i materiali, i documenti e le altre cose presenti al suo interno, in quanto vi è il pericolo serio e concreto che nel cantiere si verifichino altri crolli che potrebbero provocare la morte le lesioni delle persone eventualmente presenti nel cantiere o nelle vicinanze del cantiere”), il gip ha disposto anche il sequestro preventivo delle aziende Rdb e Italprefabbricati (sempre di Atri) visto che “risulta la sussistenza di un rischio concreto e attuale che tali società, se lasciate libere di operare, possano creare ulteriori pericoli nell’esercizio dell’attività di costruzione”.
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