ROMA – Dopo il piano di trasformare i lidi di Gaza nel sogno californiano, lanciato trionfalmente da Trump- per poi ripensarci un attimo- arriva quello delle “partenze volontarie” di chi, al contrario, lotta da decenni per restarci.Un piano per “partenze volontarie” degli abitanti della Striscia di Gaza dalla regione palestinese sarà infatti predisposto dall’esercito di Israele: a deciderlo, e a renderlo noto attraverso un comunicato, è stato il ministro della Difesa Israel Katz.
IL ‘SOGNO’ DI TRUMP BOCCIATO DA EUROPA E PAESI ARABI
In settimana il presidente americano Donald Trump ha proposto di trasferire le persone che vivono nell’area, circa “un milione e 700mila o un milione e 800mila”, ha detto, per permettere la ricostruzione dopo 15 mesi di bombardamenti e incursioni da parte delle forze armate di Tel Aviv.Il “piano” ha suscitato sia in Europa che in Paesi arabi critiche e denunce di “deportazioni di massa”, che costituirebbero “crimini di guerra”.Sulla proposta è tornata ieri sera una portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Ai giornalisti la funzionaria ha detto che Trump è impegnato per la ricostruzione di Gaza e che la sua idea è che i palestinesi siano trasferiti “temporaneamente” e non in modo definitivo.
COSA HA DETTO KATZ
Secondo Katz, l’iniziativa per le “partenze volontarie” da Gaza includerà “opzioni di uscita attraverso i valichi terrestri, nonché disposizioni speciali per le partenze via mare e via aerea”. Ecco come lo stesso ministro ha presentato il piano su X.
“Ho incaricato l’Idf di preparare un piano che consenta a qualsiasi residente di Gaza che lo desideri di andarsene, di recarsi in qualsiasi Paese disposto ad accoglierlo. Hamas ha utilizzato gli abitanti di Gaza come scudi umani, ha costruito la sua infrastruttura terroristica nel cuore della popolazione civile e ora li tiene in ostaggio, estorcendo loro denaro attraverso il sistema di aiuti umanitari e impedendo loro di partire da Gaza”.
“SPAGNA, IRLANDA, NORVEGIA E ‘ALTRI’ LEGALMENTE OBBLIGATI AD ACCOGLIERLI”
“Il piano includerà opzioni di uscita tramite attraversamenti terrestri, nonché accordi speciali per la partenza via mare e via aria. Paesi come Spagna, Irlanda, Norvegia e altri, che hanno falsamente accusato Israele per le sue azioni a Gaza, sono legalmente obbligati a consentire ai cittadini di Gaza di entrare nel loro territorio. La loro ipocrisia verrà smascherata se si rifiutano. Nel frattempo, paesi come il Canada, che ha un programma di immigrazione strutturato, hanno precedentemente espresso la volontà di accogliere residenti da Gaza. La popolazione di Gaza dovrebbe avere diritto alla libertà di movimento e di migrazione, come è consuetudine in tutto il mondo”.
E ancora: “Accolgo con favore l’iniziativa coraggiosa del Presidente Donald Trump- conclude il ministro israeliano- che può creare ampie opportunità per coloro che a Gaza desiderano andarsene, aiutarli a reinsediarsi nei paesi ospitanti e sostenere gli sforzi di ricostruzione a lungo termine in una Gaza smilitarizzata e libera da minacce dopo Hamas, uno sforzo che richiederà molti anni”.
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