ROMA – Le forze di sicurezza israeliane hanno rimesso in libertà i 183 palestinesi detenuti nelle carceri, come stabilito dall’accordo sul cessate il fuoco scattato il 19 gennaio, ma per sette si loro si è resa necessaria la corsa in ospedale. Lo riferisce la Mezzaluna rossa palestinese, secondo cui gli ormai ex prigionieri presi in carico hanno manifestato “condizioni di salute difficili”.Abdullah al-Zaghari, capo della Ong locale Palestinian Prisoner’s Society, stando a quanto riferisce l’emittente Aljazeera, ha dichiarato: “Tutti i prigionieri rilasciati oggi hanno bisogno di cure mediche, trattamenti ed esami a causa della brutalità a cui sono stati sottoposti negli ultimi mesi. Sette sono stati trasferiti in ospedale”, ha confermato.
HASSAN MOSTRA CICATRICI NELLE GAMBE: “RAPITO DALL’IDF SOLO PERCHÈ INFERMIERE”
Tra loro, Jamal Al-Tawil, 61 anni di cui quasi 20 trascorsi dietro le sbarre. L’uomo, al momento dell’incarcerazione, ricopriva la carica di sindaco di Al-Bireh, in Cisgiordania, ed era uno dei vertici dell’ala politica di Hamas nei Territori occupati.Una parte dei palestinesi è stata liberata a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, mentre altri pullman si sono diretti a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. A bordo, 111 persone arrestate durante gli ultimi 15 mesi. Aljazeera ha intervistato Hussein Alhaj Hassan, operatore sanitario, che denuncia di essere stato rapito dalle forze israeliane circa un anno fa. A favore di telecamere poi ha mostrato delle cicatrici sulle gambe, sostenendo di aver subito percosse durante il periodo in custodia: “Mi hanno portato via insieme a decine di persone. Il mio problema era che lavoravo per il ministero della Salute. È passato un anno e un giorno: pestaggi, torture nella prigione di Ofer”. Durante l’interrogatorio l’uomo ha raccontato di essere stato “bendato e picchiato” e di non aver ricevuto “nessuna cura medica, nessun abbigliamento invernale. È stato un trattamento molto duro. Era come se fossimo nella prigione di Guantanamo Bay”. Quindi ha riferito che, prima del rilascio, le autorità israeliane avrebbero intimato alle persone “di non festeggiare i rilasci né di parlare coi media”.
HAMAS: “NELLE CARCERI ISRAELIANE AGGRESSIONI E MALTRATTAMENTI”
I vertici di Hamas in una nota hanno commentato: “Il fatto che sette prigionieri siano stati trasferiti in ospedale subito dopo il loro rilascio riflette le aggressioni sistematiche e i maltrattamenti inflitti ai nostri prigionieri da parte delle autorità carcerarie israeliane”.Lo scorso 1 febbraio, quando 183 palestinesi hanno lasciato il carcere nel quadro del quarto round di liberazioni, la Palestinian Prisoner’s Society ha denunciato che “decine di loro” riportava “segni di tortura e affamamento”.Da tempo le organizzazioni israeliane, palestinesi e internazionali denunciano abusi fisici e l’assenza di accesso agli strumenti legali da parte dei detenuti palestinesi. A luglio, le Nazioni Unite hanno diffuso un report “sulla detenzione arbitraria, prolungata e non comunicata da parte delle autorità israeliane, che ha colpito migliaia di palestinesi dal 7 ottobre 2023”. Il documento include “accuse di tortura e altre forme di trattamento crudele, inumano e degradante, tra cui l’abuso sessuale di donne e uomini”. Secondo il report, “dal 7 ottobre, migliaia di palestinesi, tra cui personale medico, pazienti e residenti in fuga dal conflitto, nonché combattenti catturati, sono stati portati da Gaza in Israele, solitamente ammanettati e bendati. Altre migliaia sono state trattenute in Cisgiordania e in Israele. Si sa che almeno 53 detenuti palestinesi sono morti nelle strutture militari e nelle prigioni israeliane””.
Seven Palestinian prisoners among those released by Israel as part of the Gaza ceasefire deal have been admitted to hospitals upon arriving in the occupied West Bank city of Ramallah, says the Palestinian Prisoner’s Society.🔴 LIVE updates: https://t.co/LUfbPjKSvc pic.twitter.com/AWIYsg2bdq— Al Jazeera English (@AJEnglish) February 8, 2025
(foto di apertura da @Ajenglish @Ajnews)
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