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L’Italia “fuori” dall’Europa che difende la Corte Penale Internazionale. E gli Usa vendono armi a Israele per altri 7,5 miliardi


ROMA – Settantanove su centoventicinque. Praticamente tutti i Paesi europei, ma l’Italia no: l’Italia non ha (non ancora, almeno) sottoscritto il documento di condanna della decisione di Trump di sanzionare la Corte penale internazionale (CPI). Lo hanno fatto, appunto, 79 dei 125 Paesi che nel 1998 firmarono, proprio a Roma, lo Statuto istitutivo della Corte (fra cui non ci sono gli Stati Uniti, né Israele).

Oltre all’Italia, gli unici Paesi Ue a non aderire sono state Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania. Tutti gli altri hanno risposto all’appello della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “La Cpi garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter proseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale. L’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”. Hanno controfirmato la lettera anche Brasile, Canada, Danimarca, Messico e Nigeria.

Trump ha firmato giovedì un ordine esecutivo che autorizza sanzioni economiche contro la Cpi accusandola di “azioni illegittime e infondate” contro gli Stati Uniti e il suo alleato Israele. Gli Stati Uniti non hanno ancora reso noto chi sarà sanzionato in base all’ordine, ma quattro fonti del Guardian affermano che il procuratore capo britannico della Cpi, Karim Khan, è il primo e unico ad essere stato finora preso di mira.

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha detto che le sanzioni “metterebbero a repentaglio un’istituzione che dovrebbe garantire che i dittatori di questo mondo non possano semplicemente perseguitare le persone e scatenare guerre”. E la Francia ha ribadito il suo sostegno alla Cpi, così come la Gran Bretagna.

Nel frattempo gli Stati Uniti hanno annunciato l’approvazione di una nuova vendita di armi a Israele per un valore di oltre 7,4 miliardi di dollari. Secondo la Defense Security Cooperation Agency (DSCA) degli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato ha approvato la vendita di 6,75 miliardi di dollari in bombe, kit di guida e spolette, e 660 milioni di dollari in missili Hellfire.
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