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EcoAgenda, approfondimenti sui principali fatti della settimana. Prima puntata

Parte EcoAgenda, il nuovo programma di TeleAmbiente in onda su Radio Radicale, condotto da Stefano Zago, direttore responsabile TeleAmbiente.

Trump e la questione climatica, inquinamento nelle città italiane, sentenze storiche sulla Terra dei Fuochi e possibile ritorno al nucleare: è questa la “vista settimanale” dell’EcoAgenda di TeleAmbiente in onda su Radio Radicale.

Apriamo con la politica internazionale. Preoccupano sempre di più le posizioni di Donald Trump sulla questione ambientale. Dopo aver portato nuovamente gli Stati Uniti fuori dagli accordi di Parigi, il neopresidente ha anche firmato, tra i primi decreti del suo secondo mandato, lo stop al Green New Deal e il via a nuove trivellazioni di gas e petrolio. Ma c’è di più: Trump sta anche eliminando ogni cenno alla crisi climatica dai siti web governativi. Dal mese di gennaio, infatti, il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA ha dovuto archiviare qualsiasi landing page incentrata sul cambiamento climatico, sottraendo preziose informazioni scientifiche ai cittadini e ai ricercatori. In risposta, scienziati e attivisti hanno avviato iniziative per archiviare e conservare dati e ricerche su portali pubblici, prevenendo altre possibili azioni oscurantiste.

E torniamo subito in Italia dove, nelle città, resta alto il livello di inquinamento. Nel 2024 ben 25 città su 98 hanno infatti superato i limiti di legge per il PM10, ovvero per le particelle nocive presenti nell’aria che respiriamo: a dirlo è l’ultimo report Mal’aria di Legambiente. A indossare la maglia nera di città più inquinata d’Italia è, per il secondo anno di fila, Frosinone, che supera la sempre critica Milano, al secondo posto. A completare il podio ci pensa Verona, seguita da Vicenza e Padova. La situazione resta critica anche in altri centri, come Cremona, Napoli – la città più inquinata del Meridione – Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Modena e Mantova. In quadro, secondo Legambriente, potrebbe diventare ancora più complicato: l’Europa ha fissato nuovi standard per la qualità dell’aria al 2030 e, se i livelli di PM10 restassero quelli attuali, tra 5 anni addirittura il 70% delle città italiane resterebbe fuori dai parametri UE.

Restiamo in terra italiana, e più precisamente in Terra dei Fuochi. La corte europea dei diritti umani ha riconosciuto rischi per la salute “sufficientemente gravi, reali e accertabili”, che possono essere qualificati come “imminenti” nei territori di Napoli e Caserta. Territori piagati dal sistematico interramento di rifiuti tossici, da discariche abusive e roghi che hanno caratterizzato l’area per decenni. La Corte ha quindi accolto i numerosi ricorsi presentati da residenti e associazioni a Strasburgo e ha denunciato la mancanza di azioni concrete da parte delle autorità nell’affrontare l’emergenza. L’Italia ha ora due anni di tempo per far cessare i rischi e non si esclude un futuro risarcimento a favore dei danneggiati. L’oncologo Antonio Giordano, tra i primi a denunciare la maggiore incidenza di gravi patologie in queste specifiche aree, ha definito la pronuncia della Corte “una sentenza storica”.

Infine: il Belpaese si avvicina sempre di più al nucleare. Nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin ha inviato a Palazzo Chigi una proposta di disegno di legge delega in materia di nucleare “sostenibile” (almeno questa è la definizione utilizzata dal dicastero). Si tratta di un primo deciso passo verso un possibile ritorno al nucleare civile nel nostro Paese. Il ddl, infatti, sarà presto discusso dal Consiglio dei Ministri e potrebbe portare a un totale cambiamento delle norme in materia dopo il referendum antinucleare del 1987, successivo al disastro ambientale causato dalla centrale di Cernobyl. La ratio del decreto è stata specificata da Pichetto Fratin: nei prossimi decenni la domanda di energia elettrica raddoppierà e il nucleare potrebbe dare all’Italia un’indipendenza energetica a basso costo.
Basso costo forse ma…a che prezzo? Ne parliamo approfonditamente nel nostro appunto tecnico e nel nostro planner.

 
Un programma condotto da Stefano Zago, direttore responsabile TeleAmbiente.

Intervista a Grazia Pagnotta – Storia dell’ambiente, Università Roma Tre.

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