ROMA – L’Austria va verso le elezioni anticipate, dopo il fallimento dei negoziati tra il Partito della Libertà (FPÖ) e il Partito Popolare (ÖVP) per la formazione di un governo di coalizione. L’intesa che avrebbe dato i natali al primo esecutivo a guida di estrema destra nella storia del Paese è saltata. Niente accordo su ministeri chiave e politiche sull’immigrazione.
Il leader dell’FPÖ, Herbert Kickl, ha annunciato ufficialmente la rottura delle trattative, dichiarando che il suo partito aveva concesso ampi margini di compromesso, senza però ricevere lo stesso atteggiamento dai Popolari: “Abbiamo fatto concessioni su molti punti, ma i negoziati non hanno avuto successo”.
Ovviamente il Partito Popolare invece accusa Kickl di eccessiva intransigenza, e di muoversi per una “sete di potere”.
Il mancato accordo segna un punto di svolta nella politica austriaca. I colloqui andavano avanti da gennaio. Ora con le elezioni anticipate può succedere un po’ di tutto, l’FPÖ è in vantaggio nei sondaggi, con il 35% delle preferenze, in crescita rispetto al 29% ottenuto alle elezioni di settembre. L’ÖVP, che all’epoca era il secondo partito con il 26%, è invece crollato al 18%, finendo dietro ai Socialdemocratici.
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