di Fabrizio Pezzani
Le piccole e medie imprese italiane rappresentano da sempre la colonna dorsale del paese, il 92 % degli occupati ed il 42% del pil, come ha dimostrato la storia nel momento di alta tensione agli inizi degli anni settanta con la fine del “gold exchange standard” che diede l’avvio alla rivoluzione finanziaria con un effetto inflazionistico distruttivo a causa delle manovre degli Usa per difendere il dollaro che staccato dall’oro rischiava di svalutarsi. Kissinger e Nixon crearono il petrodollaro ed il sistema swift entrambi basati sul dollaro, così tutti i paesi occidentali dovevano acquistare dollari facendo svalutare le monete interne.
L’ondata inflattiva sull’Italia fu devastante il cambio con il dollaro passò in dieci anni da 655 lire per un dollaro a 2540 lire sempre per un dollaro, l’inflazione passò dal 4% al 20 %, lo Stato emetteva BTP al tasso del 20 % innescando la crescita del debito pubblico che negli anni novanta andò fuori controllo; il petrolio al barile passò da 4 dollari a 40 dollari. In quegli anni drammatici anche per i conflitti sociali, gli anni di piombo, le grandi imprese travolte da un contesto non prevedibile, facevano previsioni a 20 anni quando il contesto non consentiva più una lettura prospettica della storia e così andarono in difficoltà mentre le piccole e medie imprese grazie alla loro elasticità ed adattabilità ai cambiamenti del sistema sostennero il paese.
Proprio nel 1973 uscì una raccolta di saggi dal titolo “Small is beautiful” di Ernst Friedrich Schumacher che acquistò immediata fama e per un lungo tempo le sue indicazioni furono seguite in economia. Il lavoro dava evidenza al ruolo delle imprese minori – o anche delle piccole e medie imprese – nel sistema economico rispetto a quello delle grandi imprese. Il contesto socio-economico fu di particolare rilevanza per dare alle realtà minori una rilevante importanza imprenditoriale, soprattutto in anni dove l’intero sistema economico-monetario stava cambiando, creando improvvisamente una dinamica quasi ingestibile dalle imprese, specie quelle maggiori.
La storia della difficoltà delle grandi imprese fu evidente nel paese, infatti fino al 1971 il sud sembrava raggiungere il nord ma a partire da quell’anno le cattedrali nel deserto furono appesantite dalla rigidità gestionale rispetto all’elasticità delle imprese minori che diventarono un must dando luogo al “piccolo è bello”, oggi forse torniamo ad un remake di quel periodo. Il ruolo delle imprese minori è fondamentale nel sistema economico per i seguenti motivi ancora attuali (si veda F. Pezzani, Le imprese minori, Giuffrè, 1985):
1) Il decentramento decisionale che favorisce un pluralismo nell’ambito dell’economia con un maggiore numero di centri decisionali, il conseguente decentramento decisionale ed una maggiore articolazione delle decisioni che danno una maggiore flessibilità al sistema rispetto alle grandi imprese che in contesti variabili sono in maggiore difficoltà;
2) Adattabilità alle condizioni ambientali legata alla più rapida percezione dei cambiamenti che contribuisce in modo maggiore al cambiamento strutturale , le imprese minori non falliscono tutte allo stesso tempo ma hanno una rotazione che conferisce al sistema economico di subire meno drammi rispetto al rischio che corrono le grandi imprese più lente a muoversi e con un impatto sull’occupazione molto più pericoloso specie in presenza di un ostacolo difficile da superare come la folle burocrazia italiana;
3) Le responsabilità sociali che nelle imprese minori fanno da scudo al dramma delle grandi che quando vanno in default creano problemi gravi di nuova allocazione del lavoro;
4) Di fronte alla politica ricattatoria dei dazi imposti da Trump che ragiona solo in termini di business frutto della sua storia ma, fatto grave per il ruolo che occupa, ignora la politica, le imprese minori data la loro elasticità e dimensioni sono meno legate dalle economie di scala che funzionano per le grandi imprese e sono così più difendibili.
5) Va rilevata la grave mancanza di attenzione al problema del ruolo delle imprese minori nel sistema, in una manovra finanziaria in cui non esiste una visione strategica rivolta a questa parte importante del sistema economico mentre una maggiore attenzione viene, colpevolmente, lasciata alle aziende di credito ed ai giochi della finanza che finiscono per soffocarci non avendo noi le leve per governarli.
Ritornare alle piccole e medie imprese italiane è una realtà. Esse rappresentano un unico non ripetibile in altri Paesi e nel mondo globale, perché sono figlie della nostra storia fatta di artigianato, individualismo creativo e sensibilità sociale. Il tessuto socio-economico composto da queste imprese rappresenta la spina dorsale del Paese. I numeri che le rappresentano sono di assoluto riguardo, a dimostrazione del loro ruolo e della loro importanza nel traghettare il Paese in questo indescrivibile caos.
L’articolo Le imprese minori nel sistema economico: la spina dorsale della nostra economia proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.