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Dal Summit delle Diaspore l’appello: “Sì al referendum sulla cittadinanza, creiamo nuovi elettori”


ROMA – “Agli elettori diciamo che è ora di riconoscere i giovani italiani votando sì al referendum di giugno sulla riforma della legge di cittadinanza, mentre alla politica chiediamo di cambiare le cose: d’altronde si parla sempre di scarsa affluenza alle urne: non vogliamo nuovi giovani che non vedono l’ora di votare?”. Ad affidare l’appello all’agenzia Dire è Bertrand Honore Mani Ndongbou, presidente del Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale (Cidci). Proprio il Cidci è tra i promotori del Summit nazionale delle Diaspore, che si è tenuto oggi a Roma. Un appuntamento che già nel titolo di questa sesta edizione punta sulla ‘Generazione globale: i giovani al centro della Cooperazione Internazionale’.

Una centralità e protagonismo che viene rivendicata con forza dai rappresentanti delle associazioni delle diaspore: “Posso parlare romano, calabrese, punjabi e indi: vorrei che l’Italia usufruisse delle mie competenze, esperienze e titoli di studio. Tutti noi giovani con background migratorio li mettiamo a disposizione” assicura Depika Salhan, attivista e presidentessa della campagna ‘Dalla parte giusta della storia’. Che aggiunge: “In Italia uno studente su 10 ha un background migratorio, ma senza cittadinanza non possiamo neanche viaggiare. Si dovrebbero organizzare invece scambi anche coi nostri paesi d’origine, permettendo a chi studia cooperazione di fare ad esempio degli stage presso le ambasciate italiane nel mondo”. Le fa eco il collega Sanga Abdoul Malik, studente di giurisprudenza e attivista, che suggerisce: “Investite nella formazione. Noi giovani stranieri non siamo qui per creare problemi ma realizzare sogni e obiettivi, tutti diversi. Ma sono sempre gli altri a parlare per noi”.

A restituire centralità al ruolo delle diaspore è allora il mondo della Cooperazione, attraverso il progetto ‘Draft the Future – Towards a Diaspora Forum in Italy’, progetto promosso e finanziato dall”agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Proprio questo piano “ha contribuito alla creazione del Coordinamento Cidcs, che ad oggi riunisce 9 reti territoriali regionali e decine di associazioni. A queste realtà abbiamo fornito uno specifico programma di formazione sui temi della cooperazione e ora possono essere beneficiarie di fondi per i progetti” riferisce Ugo Ferrero, responsabile comunicazione e relazioni istituzionali di Aics.

D’altronde, come afferma Luigi Diodati, capo ufficio Vi della Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs), le diaspore “sono una componente di fondamentale importanza per la Cooperazione, per il contributo che danno all’Italia e per i contatti che hanno coi paesi d’origine e invito più associazioni della diaspora a farsi avanti e lavorare con noi”. Già cinque quelle entrate a far parte del registro delle Organizzazioni della società civile (Osc). Tra queste, Icse&Co, nata da giovani di origine albanese, come spiega la presidente Elisabetta Meconcelli: “Siamo entrati nel registro grazie alla formazione e all’accompagnamento ricevuto tramite Draft the future. Un grande ostacolo è stato la burocrazia e gli aspetti amministrativi, quindi confermo che fare rete è essenziale: solo così entriamo nei registri e accediamo ai bandi, ottenendo voce e peso”.In Italia, dove il tema migratorio spesso domina il dibattito politico, va ricordato che “le nuove generazioni portano idee innovative che modificano anche il modo in cui abbiamo lavorato finora” afferma Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). “Migrazioni e rifugiati in Italia- aggiunge- numericamente non rappresentano un’emergenza, eppure sono poco impiegati nei nostri processi di sviluppo, sia in Italia che nei loro Paesi”.

Giovani con background migratorio insomma come agenti di cambiamento ma anche “attori di pace”, come riferisce ancora alla Dire di Meheret Tewolde dell’associazione Le Réseau, tra le iniziatrici del Summit: “In una situazione globale che si sta trasformando in modo quasi pericoloso, possono essere facilitatori di pace intercettando anche quelle situazioni di disagio che potrebbero far degenerare certi problemi”.

L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto ‘Draft the Future! Towards a Diaspora Forum in Italy’ finanziato dalla Cooperazione Italiana e implementato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Associazione Le Réseau. L’evento è organizzato in collaborazione con il Coordinamento Italiano delle Diaspore per la Cooperazione Internazionale (Cidci), il Cespi, Acri e con il media partner Agenzia Dire.
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