Seconda giornata della COP16 a Roma, nella sede della FAO, per salvare la biodiversità del pianeta Terra.
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Continuano a Roma, in Italia, nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), i negoziati per la COP16, cioè per la Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, in programma dal 25 al 27 febbraio 2025.
Obiettivo della riapertura dei lavori, dopo il flop dei negoziati a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1° novembre 2024, è il rafforzamento del Global Biodiversity Framework di Kunming-Montreal (KMGBF) della COP15, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, per fermare la perdita di natura entro il 2030.
A rappresentare l’Italia è una delegazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
COP16, ecco il racconto della prima giornata
“Fino a ora, le persone registrate per seguire la COP16, cioè la Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, sono almeno 14.600. Si sente, però, la mancanza dei rappresentanti politici. Di certo, una conferenza stampa conferma l’apertura del cosiddetto “Cali Fund” approvato appunto a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1° novembre 2024. Questo meccanismo, al cui interno le imprese verseranno i contributi economici, è fondamentale per i benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche appartenenti a specie vegetali e a specie animali. Non a caso il ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile della Colombia e Presidente della COP16, cioè della Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite per la Biodiversità, Susana Muhamad, dichiara che il “Cali Fund” rappresenta, tra l’altro, un processo democratico di condivisione e di inclusione delle comunità indigene fondamentali per la protezione dei luoghi soliti ospitare la ricchezza di vita del pianeta Terra“, il racconto a Teleambiente della giornalista ambientale e scientifica Valeria Barbi.
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