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Roma, referendum contro la Ztl Fascia Verde: i promotori ci riprovano

La prima proposta di un referendum (consultivo e non vincolante per il Campidoglio) era stata bocciata. Poi, l’appello al Tribunale civile di Roma: la prossima udienza, e la decisione dei giudici, sono attese per il prossimo mese di ottobre. 

Non si ferma la speranza di cittadini e comitati di Roma contrari all’istituzione e alle limitazioni previste dalla nuova Ztl Fascia Verde nella Capitale. Un tema spinoso e controverso, che ha sollevato nel tempo polemiche e anche furenti manifestazioni in Campidoglio contro la Giunta Gualtieri. L’attuale amministrazione capitolina, infatti, ha deciso di applicare le disposizioni previste da due diverse ordinanze del 2017 e del 2019 (con Virginia Raggi sindaca) per limitare l’impatto dell’inquinamento causato dal traffico veicolare a Roma. Le restrizioni ai veicoli più inquinanti, però, ora dovrebbero valere per una porzione del territorio romano decisamente più estesa rispetto al passato. Ed è proprio questa una delle ragioni delle proteste.

Dopo diverse manifestazioni, comitati e cittadini hanno deciso di passare all’azione anche tramite altre vie. Andrea Bernaudo, presidente del movimento politico Liberisti italiani, ha deciso infatti di costituire un comitato promotore per un referendum ‘No Ztl Fascia Verde a Roma’. La proposta di un referendum per far decidere ai cittadini se approvare o meno le limitazioni al traffico veicolare privato, inizialmente, era stata respinta dalla commissione consultiva del Comune di Roma. Ed è proprio per “restituire ai romani il diritto di decidere” che il comitato aveva deciso di rivolgersi ai giudici del Tribunale civile di Roma: lunedì 24 febbraio si è tenuta una prima udienza.

Va detto che il referendum presentato nel settembre scorso contro la Ztl Fascia Verde a Roma è di tipo consultivo, quindi non vincolante per le azioni dell’amministrazione capitolina. Poche settimane dopo sarebbero dovute partire le nuove restrizioni, che poi la Regione Lazio ha posticipato di un anno (in accordo con il Campidoglio). Nell’ottobre scorso la Commissione consultiva del Comune di Roma aveva dichiarato il quesito referendario inammissibile, anche perché i temi come l’inquinamento e la salute non sono competenza esclusiva di Roma Capitale ma coinvolgono anche altri enti locali, a cominciare dalla Regione Lazio.

Dopo l’appello al Tribunale civile di Roma e dopo la prima udienza, il discorso è ora rimandato al prossimo autunno. “La prossima udienza e la decisione finale dei giudici sono previste per ottobre, ci auguriamo che il Tribunale tuteli il diritto di partecipazione democratica dei cittadini e annulli la delibera liberticida della Commissione comunale. Una commissione, occorre sottolinearlo, nominata all’unisono dai partiti di centro-destra e di centro-sinistra, della quale hanno fatto parte due componenti che oggi siedono in Corte Costituzionale” – ha spiegato Andrea Bernaudo in una nota – “Questo dimostra che quando si tratta di tappare la bocca ai cittadini su temi scomodi, il potere si unisce e mobilita i suoi pezzi da novanta. Ma noi siamo fiduciosi che il Tribunale di Roma annulli questa decisione e dia la possibilità ai romani di pronunciarsi su un tema che impatta in modo così violento nella vita quotidiana“.

In attesa del prossimo mese di ottobre, quando potrebbe arrivare un’importante novità con la pronuncia dei giudici civili, occorre ricordare quale sia la situazione attuale. In teoria, i veicoli più inquinanti (auto a benzina Euro 0, 1 e 2, e i veicoli a gasolio fino a Euro 3) non potrebbero circolare all’interno della Ztl Fascia Verde. Tuttavia, nonostante le telecamere siano già installate, i varchi elettronici non sono ancora attivi e lo saranno solo in primavera. Il cronoprogramma prevede l’attivazione di 50 telecamere iniziali, che diventeranno 80 in tutto la prossima estate fino ad arrivare a 126 nel corso del 2026. La sentenza del Tribunale civile di Roma sul referendum consultivo arriverà, quindi, in un momento in cui i primi varchi saranno già attivi da mesi. “Il grande problema è che si ha paura di chiedere un semplice parere ai romani. Il vero obiettivo dell’amministrazione Gualtieri è quello di togliere dalle strade 750 mila veicoli delle persone meno abbienti della città“, ha spiegato Andrea Bernaudo a RomaToday. Tutto questo, senza considerare che la proroga decisa dalla Regione Lazio, che aveva ‘salvato’ dalle limitazioni i veicoli diesel Euro 4 e quelli a benzina Euro 3, scadrà nel prossimo novembre.

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