di Viviana Astazi
MILANO – Oltre 40mila casi ogni anno, con un’incidenza di 119 pazienti ogni 100mila abitanti. Sono i numeri del tumore della prostata, la forma oncologica più diffusa tra gli uomini italiani, la seconda a livello globale dopo la neoplasia del polmone. Per sensibilizzare la popolazione nei confronti della prevenzione, Regione Lombardia ha lanciato da novembre 2024 una campagna di screening gratuiti rivolta agli over 50 che si basa sull’utilizzo del PSA, un esame del sangue che rileva la presenza dell’antigene prostatico specifico, i cui livelli si alzano fin dalle primissime fasi della malattia. Il test, che si può effettuare in uno dei laboratori regionali che hanno aderito all’iniziativa, non richiede né prenotazione né impegnativa del medico curante. In caso di sospetta presenza di patologia, sta alla Regione instradare il paziente su altri esami di approfondimento.Palazzo Pirelli ha ospitato un convegno per parlare di tutto questo e fare il punto sull’importanza della prevenzione. Come sottolineato da Emanuele Monti, presidente della Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia, “al centro di tutto ci deve essere la collaborazione tra ospedali e territorio, oltre a campagne formative e informative che coinvolgono realtà territoriali come medici di famiglia e farmacie. Fondamentale è poi puntare sull’innovazione terapeutica e tecnologica, senza dimenticare la partnership leale tra pubblico e privato”.
Tra gli attori ospiti del convegno di Regione Lombardia c’era anche Bayer. “Nel nostro DNA abbiamo l’innovazione”, ha affermato Arianna Gregis, Country Division Head Pharmaceuticals dell’azienda in Italia. “La sfida è costruire un percorso che prenda in considerazione sia gli aspetti di diagnosi sia di terapia affinché le persone possano avere delle soluzioni terapeutiche efficaci e una qualità della vita ottimale. Se parliamo di collaborazioni pubblico-privato, invece, Bayer pensa a un’alleanza coraggiosa, alla possibilità e alla volontà di scendere in campo al fianco di tutti gli interlocutori che sono interessati e hanno voglia di poter fare la differenza per la vita delle persone mettendo in gioco le proprie competenze”.
Nel corso degli anni, è migliorata la prognosi generale del tumore della prostata. “È diventata una malattia curabile, ma bisogna dare un’importanza sempre maggiore alla diagnosi precoce”, ha spiegato il professor Aldo Massimo Bocciardi, Direttore della Sc Urologia dell’ospedale Niguarda di Milano. “Di questo tipo di cancro non si conosce l’origine esatta, perciò la parola ‘prevenzione’ può risultare ingannevole, in quanto limitata. La diagnosi precoce, invece, è la chiave di volta del successo delle terapie, soprattutto per quanto riguarda i sintomi e le conseguenze funzionali dell’intervento chirurgico”.Il professor Bocciardi ha evidenziato anche quanto sia cruciale ricorrere allo screening. “Ben venga il test del PSA, ricordando però che si tratta di un esame che va interpretato nel tempo, quindi va ripetuto tutti gli anni. La normalità del PSA sta nella stabilità dei valori: solo valutando il suo andamento si può capire lo stato di salute della prostata”.
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