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Gli effetti di Trump sull’Europa (di Visegrad): Slovacchia e Ungheria: “Non aiuteremo più l’Ucraina”


ROMA – Dopo lo scontro tra Trump e Zelensky, la frattura all’interno dell’Unione Europea sulla guerra in Ucraina si fa sempre più netta. Robert Fico, premier della Slovacchia, ha annunciato che il suo Paese non fornirà più alcun tipo di sostegno a Kiev, né finanziario né militare. Una posizione dura, che si allinea a quella del leader ungherese Viktor Orban, da sempre favorevole a un negoziato diretto con Vladimir Putin.

La nota di Robert Fico

“La strategia della ‘pace attraverso la forza’ è un’illusione”, ha dichiarato Fico. “L’Ucraina non sarà mai abbastanza forte per negoziare da una posizione di potere militare. Noi non vogliamo più alimentare questo conflitto”.

La posizione di Slovacchia e Ungheria non è isolata. Entrambi i Paesi fanno parte del Gruppo di Visegrad (V4), un’alleanza regionale che include anche Polonia e Repubblica Ceca, nata con l’obiettivo di coordinare le politiche economiche, militari ed energetiche nell’Europa centrale. Tuttavia, mentre Varsavia e Praga hanno assunto una linea di forte sostegno a Kiev, Bratislava e Budapest si sono progressivamente allontanate, avvicinandosi invece alla visione di un compromesso con Mosca.

L’EUROPA DIVISIA: CESSATE IL FUOCO O SOSTEGNO A KIEV?

Fico ha proposto, per il prossimo vertice UE del 6 marzo, di mettere in agenda la necessità di un cessate il fuoco immediato, indipendentemente dal raggiungimento di un accordo di pace definitivo. Una posizione che contrasta nettamente con quella della leadership ucraina e di diversi Stati membri dell’Unione, che invece insistono sulla necessità di continuare il supporto militare a Kiev per resistere all’invasione russa.

“Se il Consiglio europeo ignorerà le voci contrarie alla guerra a oltranza, potrebbe essere impossibile raggiungere una posizione comune sull’Ucraina”, ha avvertito Fico, lasciando intendere che la Slovacchia potrebbe persino bloccare future decisioni in sede europea.

IL NODO DEL GAS E LA RICHIESTA SLOVACCA

Ma non si tratta solo di geopolitica e strategie militari. Fico ha puntato il dito anche sulla questione energetica, chiedendo che il vertice UE includa una richiesta esplicita a Kiev per riaprire il transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso la Slovacchia e l’Europa occidentale.

“La situazione è assurda: il gas dalla Russia all’Europa non scorre più, ma l’Ucraina peggiora la crisi trattenendo il gas europeo”, ha affermato il premier slovacco. “Questo gas è russo, Kiev lo paga e così finanzia, indirettamente, la macchina bellica di Mosca. Senza un ripristino delle forniture, l’Europa rischia di perdere competitività.”

ORBAN: “SERVE UN ACCORDO CON PUTIN”

A sostenere la posizione di Fico c’è Viktor Orban, che già da tempo chiede che Bruxelles apra un negoziato con il Cremlino. “Continuare su questa strada porterà solo a più sofferenza e più instabilità”, ha dichiarato il premier ungherese. “Gli Stati Uniti stanno rivedendo la loro posizione, l’Europa dovrebbe fare lo stesso.”

Un messaggio che sembra rispecchiare la strategia dell’amministrazione Trump, che nell’ultimo incontro con Zelensky ha di fatto gelato il presidente ucraino, invitandolo a considerare un compromesso con Mosca per evitare il rischio di una disfatta totale.

EUROPA A UN BIVIO

Il prossimo vertice UE del 6 marzo potrebbe segnare una svolta nella posizione europea sulla guerra. Ma con le divisioni interne sempre più profonde, il rischio di una crisi politica all’interno dell’Unione è più concreto che mai.

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