ROMA – “Abbiamo aumentato di 30mila posti l’iscrizione al corso di laurea di Medicina e Chirurgia, e continueremo nei prossimi anni non creando disagi alle università. Questo perché il fondo di finanziamento ordinario 2025 non ha subìto un taglio, ma è stato aumentato alla cifra storica di 9 miliardi e 400 milioni, ovvero 338 milioni in più rispetto al fondo ordinario dell’anno scorso”. Lo dice Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, alla Camera nell’ambito dell’esame della riforma dell’accesso a Medicina. Il ministro aggiunge che “è un numero verificabile in GU e certificato dall’apposita tabella dalla legge di bilancio votata da tutti noi”.
Anche la ricerca “non è stata tagliata- continua Bernini- i fondi italiani per la scienza Fis 2 e Fis 3 aggiungono per i ricercatori circa 850 milioni, di cui 480 a bando proprio in questi giorni”. E ancora: “L’alta formazione artistica, musicale e coreutica che noi stiamo equiparando all’università aumenta quest’anno circa del 7%. Tutti questi numeri sono certificati e verificabili, come lo è il numero 880 milioni, ovvero il numero storico sulle borse di studio che ha consentito di coprire l’anno scorso e quest’anno anche l’odiosa categoria dei cosiddetti idonei non beneficiari”. Da qui il chiarimento: “Ci apprestiamo ad affrontare questa riforma con un aumento di fondi per le università. Le università che sosterranno il peso di questa riforma avranno il vantaggio di ottenere il fondo di finanziamento ordinario con un supporto, e soprattutto di ottenerlo in un momento anticipato, ovvero prima dell’estate per fare un’adeguata programmazione”.
Bernini conferma, quindi, che l’ingresso a Medicina “non sarà un test rimandato, né un test a crocette, ma saranno esami di profitto che creeranno una graduatoria basata su crediti formativi certificati che potranno essere spesi anche su materie affini. E’ completamente diverso rispetto al test da lancio della monetina che abbiamo conosciuto sino ad ora”.
Guardando al passato, il ministro dell’Università e della Ricerca ricorda che “chi non superava i test spesso era costretto a un turismo universitario forzato, costosissimo, magari in Europa, magari in alcune regioni d’Europa, per poi cercare di rientrare in Italia con modalità non compatibili con la qualità della nostra offerta formativa. Non consentiremo più un mercato clandestino dei test, non consentiremo più il turismo universitario forzato con una curvatura di ritorno costosa all’uscita e al reingresso”.
Infine Bernini punta a “consentire agli studenti e alle studentesse il massimo della flessibilità. Viviamo in un mondo che cambia ogni secondo e ogni schema rigido impedisce di formare professionalità e competenze su materie e mestieri che in parte ancora non esistono. Una caratterizzazione positiva di questa norma è che consente di uscire dalla rigidità dell’offerta formativa pensata anni fa, per creare professionalità come il medico ingegnere, il biologo chimico, il medico chimico, che saranno alla base delle professionalità del futuro”.
E in conclusione un dato di realtà: “I medici mancano. A partire dal 2022 abbiamo incardinato al ministero un gruppo di lavoro, presieduto dal professore Gaudio, che monitora insieme alla Conferenza Stato-Regioni e alla Crui, audendo la Conferenza nazionale degli studenti universitari, i fabbisogni che si presentano mano a mano. Per questo motivo abbiamo aumentato di 30mila accessi l’attuale corso di laurea di Medicina e Chirurgia e continueremo”. Con sicurezza Bernini dice addio al test a crocette e al numero chiuso, “su questo ci ritroveremo sui decreti delegati”.
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