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Ucraina, 140 Nobel: “Ricostruirla con i 300 miliardi congelati alla Russia”


ROMA – Impiegare i 300 miliardi di dollari di fondi congelati alla Russia per ricostruire l’Ucraina e risarcire le vittime di tre anni di guerra: è l’appello siglato da 140 premi Nobel, diffuso alla vigilia del Consiglio europeo straordinario sull’Ucraina e la difesa europea, che si svolge oggi a Bruxelles.I 27 leader convocati dal presidente del Consiglio Antonio Costa valuteranno anche la proposta avanzata da Francia e Germania di espropriare gli asset congelati alla Russia per sopperire alla sospensione degli aiuti militari al governo di Kiev, annunciato in settimana dall’amministrazione di Donald Trump. Al momento, i Paesi alleati del presidente Volodymyr Zelensky hanno fornito al suo esecutivo solo gli interessi derivanti da quei fondi.

I 140 premi Nobel propongono invece un’altra strategia: premettendo che tre anni di conflitto in Ucraina hanno causato morti, devastazioni e la “più grande crisi di rifugiati in Europa dopo la Seconda guerra mondiale”, evidenziano che il cambio ai vertici della Casa Bianca ha aperto la strada a “promesse e richieste di negoziati e accordi di pace”, che starebbero “diventando più forti”. Un contesto che “potrebbe alimentare la speranza che questa guerra implacabile possa giungere alla fine attraverso giusti colloqui di pace”.

FARE PRESTO PER SBLOCCARE I FONDI CONGELATI ALLA RUSSIA

Da qui, l’appello a muoversi per tempo per “sbloccare” i fondi congelati alla Russia: ad oggi, “circa 300 miliardi di euro della Banca centrale russa” risultano “congelati a seguito delle sanzioni. Questo importo- si legge ancora- è depositato in conti in tutto il mondo, ma principalmente nei Paesi dell’Unione europea e del G7, vale a dire Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito”.Una somma di denaro che “continua a generare miliardi aggiuntivi tramite gli interessi. Tuttavia, gli interessi da soli non copriranno i costi di ricostruzione stimati in circa 486 miliardi di dollari, né il risarcimento dovuto alle vittime della guerra russa”. Questi obiettivi saranno raggiungibili “solo utilizzando il capitale dei 300 miliardi di euro”. D’altronde, secondo i promotori dell’appello, “chi, se non l’autore di questa guerra illegale, dovrebbe assumersi la responsabilità del risarcimento?”.

CHI HA FIRMATO L’APPELLO

Tra i firmatari della proposta, figurano tra gli altri l’attivista ucraina Oleksandra Matviichuk e l’ex presidente della Polonia Lech Walesa (entrambi Nobel per la Pace) e il Nobel all’Economia Joseph Stiglitz.La loro proposta invita a una riflessione sul ruolo che l’Unione europea vuole assumere rispetto agli eventi recenti: a meno di due mesi dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente Donald Trump ha favorito il disgelo nei rapporti tra Washington e Mosca e avviato, al tempo stesso, colloqui per un accordo con cui gli Stati Uniti potranno usufruire delle risorse minerarie ucraine. Il vicepresidente James David Vance ha anche spiegato che se l’Ucraina non accetterà le condizioni per la pace raggiunte tra la Casa Bianca e il Cremlino difficilmente potrà ottenere nuovi aiuti militari.

L’Unione europea, tra le priorità della sua nuova legislatura, aveva già inserito un’accelerazione in ambito di Difesa comune europea. Sul tavolo, il Fondo europeo per la difesa, con un budget di otto miliardi di euro per la ricerca in sviluppo di armamenti e sistemi di difesa, a cui si aggiungono i regolamenti sull’Industria europea della difesa: lo strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni (Edirpa) e un regolamento sul sostegno alla produzione di munizioni (Asap).

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