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Rinnovabili, Bankitalia: “Accelerare con norme certe”

L’allarme dei ricercatori: “In un contesto che richiede una sempre maggiore elettrificazione, l’Italia rischia di non raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030. Le rinnovabili crescono ma meno di quanto previsto”. E c’è anche un nodo infrastrutturale da non sottovalutare, sia per quanto riguarda la rete di trasmissione e distribuzione, sia per quanto riguarda la necessità di sviluppare e implementare sistemi di accumulo dell’energia.

L’Italia ha bisogno di accelerare sulla crescita e sullo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili, con norme certe e un testo unico legislativo, in modo da poter raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030. A chiederlo non sono le associazioni ambientaliste. O meglio, non solo. L’appello arriva direttamente dai ricercatori della Banca d’Italia, che in un paper lanciano l’allarme: “Le rinnovabili nel nostro Paese hanno ripreso slancio ma quanto fatto negli ultimi anni risulta ancora insufficiente a raggiungere gli obiettivi stabiliti al 2030“.

Non si tratta, però, solo di favorire la diffusione delle rinnovabili attraverso un quadro normativo uniforme. I tecnici di Bankitalia segnalano una ulteriore criticità: l’incremento dell’energia rinnovabile in Italia, con una potenziale maggior concentrazione al Sud di impianti di grandi dimensioni, potrebbero aggravare i problemi di congestione della rete di trasmissione nazionale. E questo, in un contesto in cui la richiesta di energia è e sarà sempre maggiore, richiede investimenti infrastrutturali aggiuntivi, di non trascurabile entità. Specialmente considerando la lenta, ma graduale, diffusione delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER). A tal proposito, va ricordato che nelle FER non rientrano solo il solare e l’eolico, che sono indubbiamente le più diffuse, ma anche la geotermia, l’idroelettrico, l’energia del moto ondoso e le biomasse.

Una preoccupazione condivisa anche da Elettricità Futura, la divisione di Confindustria a cui aderisce buona parte delle imprese elettriche italiane. “Nonostante i progressi degli ultimi anni, con 77 Gw di capacità rinnovabile installata al 31 gennaio 2025, di cui quasi la metà costituita dal fotovoltaico, e un incremento di 5,8 Gw nel 2023 e di 7,5 Gw nel 2024, il ritmo di installazione rimane inferiore rispetto ad altri Paesi europei come la Spagna” – ha spiegato il presidente, Gianni Vittorio Armani – “Per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima, che prevedono 131 Gw di capacità rinnovabile installata, l’Italia ne dovrebbe installare almeno 9 all’anno“.

Gli esperti della Banca d’Italia, oltre a chiedere l’approvazione e l’adozione di un testo unico per le rinnovabili, chiedono anche che siano le Regioni a identificare, in via preventiva, le aree idonee a beneficiare di iter accelerati per la realizzazione dei vari impianti. “Le caratteristiche di non programmabilità e intermittenze delle fonti solare ed eolica, la potenziale maggiore distanza tra centri di produzione e di consumo dell’energia e la crescente elettrificazione dei consumi necessitano di investimenti sia nei sistemi di accumulo, sia nella rete di trasmissione, oltre alla gestione digitale della generazione distribuita“, si legge nello studio.

Nel documento prodotto dagli esperti di Bankitalia viene analizzata anche la distribuzione degli impianti, tenendo conto anche delle nuove richieste su tutto il territorio nazionale italiano. “Dagli indicatori, emerge che al momento la segmentazione del mercato nazionale a causa di vincoli di trasporto è un fenomeno abbastanza frequente. Le congestioni risultano in allocazioni necessariamente meno efficienti di quelle che si otterrebbero se il mercato fosse completamente integrato” – si legge nel testo – “Questa situazione potrebbe esacerbarsi se l’espansione della capacità di produzione rinnovabile, prevista nei prossimi anni, non sarà accompagnata da una parallela espansione sia della capacità di trasmissione, sia dei sistemi di accumulo“.

Il paper prodotto dai ricercatori della Banca d’Italia arriva in vista dell’attesa data di venerdì 14 marzo, quando Terna presenterà il nuovo Piano di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale. In quello precedente, presentato nel 2023, erano stati pianificati investimenti per un importo di circa 21 miliardi di euro al 2032.

 

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