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AI, data center e necessità di energia: gli esperti si interrogano sul futuro


UDINE – Roberto Cella, imprenditore friulano, esperto in data center, AI e soluzioni per lo sviluppo e la produzione di energia, fa una riflessione sulla necessità sempre maggiore che tutti i Paesi avranno di energia elettrica: “I data center sono al centro della digitalizzazione globale, abilitando tecnologie come AI, IoT, e cloud computing: la crescente dipendenza da questi strumenti richiede quindi ai data center di espandersi rapidamente, abbracciare l’innovazione e raggiungere ambiziosi obiettivi di sostenibilità. Inoltre, il settore deve affrontare sfide legate alla capacità della rete, alla densità di potenza e alla conformità alle normative, che ne influenzeranno significativamente l’evoluzione. La trasformazione digitale ha innalzato la richiesta di data center in tutto il mondo, con il mercato europeo in crescita di quasi il 20% su base annua nel primo trimestre del 2024. Questa diffusione ha portato alla creazione di cluster regionali e nuovi progetti per ridurre la latenza e migliorare la resilienza. Ostacoli come la carenza di personale qualificato, le lunghe procedure di autorizzazione e la disponibilità limitata di energia, inclusa quella rinnovabile, ne stanno però rallentando i progressi. Gli aggiornamenti dei data center esistenti, con l’obiettivo di gestire i carichi legati all’intelligenza artificiale, aggravano ulteriormente il problema energetico. Per superare queste sfide, il settore deve collaborare più a stretto contatto con governi, autorità locali e fornitori di servizi di pubblica utilità, così da snellire i processi di autorizzazione, sviluppare programmi di formazione e garantire strategie energetiche efficaci. Tali azioni possono assicurare una crescita sostenibile e la costruzione di infrastrutture critiche per soddisfare la domanda futura. L’ascesa dell’AI e dell’elaborazione ad alte prestazioni (Hpc) sta aumentando la pressione sui data center, richiedendo una gestione di densità di potenza più elevata e nuove strategie di raffreddamento. Entro il 2030, l’intelligenza artificiale dovrebbe infatti causare un aumento del 160% della domanda di energia nei data center, rappresentando il 75% di tutto il consumo energetico del settore (Goldman Sachs, 2024). Per affrontare questa crescita, è necessario un approccio diverso alla infrastruttura: strategie come l’immersione (immersion cooling) e il raffreddamento diretto al chip (liquid cooling) saranno fondamentali per gestire il calore e migliorare l’efficienza operativa. Il mercato del raffreddamento a liquido, valutato a 3,2 miliardi di dollari nel 2023, è quindi previsto crescere con un tasso di crescita annuale composto di oltre il 19% dal 2024 al 2032. I carichi di lavoro legati all’AI generano picchi energetici che mettono sotto pressione i data center e le reti elettriche, mentre l’aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili introduce ulteriore variabilità. Per garantire attività ininterrotte, gli operatori investiranno in sistemi rinnovabili in loco, come solare, eolico e idrogeno, riducendo la dipendenza dalle reti esterne e minimizzando i picchi di domanda”.

FUCCARO: “INNOVAZIONE HARDWARE PUÒ OFFRIRE SOLUZIONI CONCRETE PER CONTENERE I CONSUMI”

Massimo Fuccaro, physcist in AI & Energy interviene anche’egli sulla questione planetaria, legata alla sempre maggiore necessità di energia, per l’introduzione della AI e dei data center, presenti sempre più numerosi: “La situazione nel contesto attuale analizza la crescente domanda energetica dei data center negli Stati Uniti e le difficoltà nel bilanciare questa espansione con la sostenibilità. In evidenza il ruolo delle big tech e del settore energetico nella gestione di questa sfida. Alcuni sviluppi tecnologici possono incidere significativamente sulla riduzione dell’impatto energetico. I progressi nel settore delle Gpu e delle tecnologie di calcolo, che stanno migliorando l’efficienza energetica dei data center. Architetture come Nvidia Blackwell, le nuove memorie Gddr6x e le tecnologie di interconnessione ottica avanzata, come il Co-Packaged Optics, contribuiscono a rendere i processori più performanti e meno energivori. Nonostante l’intelligenza artificiale sia tra i principali fattori dell’aumento della domanda di potenza di calcolo, l’innovazione hardware può offrire soluzioni concrete per contenere i consumi. Aggiungo il tema del nucleare. L’adozione su larga scala di reattori modulari è ancora lontana, ostacolata da costi elevati, tempistiche lunghe e complessità normative. Tecniche come il carbon-aware computing, che sposta i carichi di lavoro in base alla disponibilità di energia pulita, o l’uso di algoritmi predittivi per gestire i consumi, rappresentano strumenti importanti per migliorare l’efficienza dei data center. Le soluzioni tecnologiche più recenti ci sono quindi: come i progressi nell’hardware, le strategie di ottimizzazione software e una valutazione più critica delle alternative energetiche”.Anche Nino Apreda, noto imprenditore campano nel mondo dell’energia alternativa, si sta ponendo quesiti sul futuro della produzione di energia.
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