ROMA – La Cassazione ha disposto un nuovo appello per Gabriel Natale Hjorth, il ragazzo americano coinvolto nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma, nel quartiere Prati. Trentacinque anni, si era da poco sposato ed era appena tornato dal viaggio di nozze.
L’imputato, condannato a 11 e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio, sta scontando la pena ai domiciliari nella casa della nonna a Fregene.
I giudici hanno accolto la richiesta della difesa per ricalcolare la pena. Secondo gli avvocati non esisterebbe neanche il concorso anomalo in omicidio in quanto l’esecutore materiale del delitto sarebbe considerato l’amico Elder Finnegan Lee, condannato con sentenza definitiva a 15 anni e 2 mesi. Per quest’ultimo l’accusa è stata di omicidio volontario. La Suprema Corte ha annullato la sentenza di appello bis agli effetti civili e ha respinto il ricorso del Procuratore Generale.
Condannati in primo grado all’ergastolo, i due ragazzi hanno avuto uno sconto di pena in Appello (24 e 22 anni). Con l’appello bis si è, poi, arrivati alle pene attuali.
L’OMICIDIO CERCIELLO
Cerciello venne ucciso mentre cercava di recuperare uno zaino che i due ragazzi americani avevano rubato a un pusher. I due, allora diciannovenni, avevano cercato di comprare droga a Trastevere. Non essendoci riusciti, avevano poi rubato lo zaino di Sergio Brugiatelli, che gli aveva indicato un pusher dal quale potevano rifornirsi. I due americani tentarono un’estorsione: Hjorth e Finnegan pretendevano 100 euro e della cocaina per restituire lo zaino, ma Brugiatelli chiamò il 112. Sul posto vennero mandati Cerciello Rega e il suo collega Andrea Varriale: quando i militari cercarono di bloccarli, Lee Elder Finnegan colpì Cerciello con 11 coltellate, poi fuggì con l’amico in hotel.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it