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Dl Bollette, Pavanelli (M5S): “Un cucchiaino in mezzo al mare”

Il punto della deputata del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo: “Un tampone di tre mesi che non risolve il problema a livello strutturale. Servono soluzioni di lungo termine: ecco quali abbiamo proposto nella mozione respinta alla Camera”.

Il Dl Bollette, approvato dal Consiglio dei ministri, dovrà ora essere sottoposto alle votazioni di Camera e Senato. Prima, però, si stanno tenendo tutte le audizioni dei vari soggetti interessati nella X Commissione Attività produttive della Camera e l’esame del Decreto legge approderà in Aula solo il prossimo 7 aprile, come stabilito oggi dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

Complice anche il periodo invernale appena concluso, negli ultimi mesi il caro energia è tornato a colpire famiglie e imprese. Per questo, il governo in Consiglio dei ministri ha discusso e approvato un nuovo Decreto legge che prevede misure urgenti a sostegno soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Una misura che in tanti, dai sindacati alle associazioni imprenditoriali, passando per le associazioni dei consumatori, considerano insufficiente, anche perché non affronta i problemi strutturali a monte.

Nello specifico, il caro bollette in Italia appare decisamente più pesante rispetto ad altri Paesi europei con economie simili. Un dato su tutti: tra il 2019 e il 2024, i prezzi dell’energia elettrica sono aumentati del 107%, a fronte di incrementi inferiori in Germania (+74%), Francia (+39%) e Spagna (+32%). Questo anche per via dell’impatto degli oneri di sistemi sui consumi energetici, mentre le principali compagnie energetiche, dal 2021, hanno fatto registrare diversi miliardi di euro di extraprofitti.

A fare il punto della situazione, a TeleAmbiente, è l’onorevole Emma Pavanelli. “Ho definito il Dl Bollette un cucchiaino in mezzo al mare, perché ovviamente tre miliardi di euro per un decreto che deve aiutare le famiglie e le imprese sono veramente poco, specialmente se poi consideriamo i 30 miliardi stanziati per le armi” – ha spiegato la deputata del Movimento 5 Stelle – “Il punto è che il decreto va a mettere un tampone su tre mesi, stiamo uscendo dall’inverno dove i cittadini hanno spento il riscaldamento e qualcuno ha anche spento i frigoriferi, ma ora stiamo andando verso i mesi più caldi, dove tra l’altro c’è un enorme consumo di energia (si pensi ai frigoriferi ma soprattutto all’aria condizionata)“.

Se vogliamo davvero aiutare le famiglie, e lo abbiamo scritto nero su bianco in una mozione votata ieri alla Camera e che purtroppo non è passata, ci sono delle soluzioni. Implementare le rinnovabili, fare di più per quanto riguarda gli oneri di sistema, nell’immediato togliere l’Iva dalle bollette e metterla nella fiscalità generale. Questo andrà sicuramente ad abbassare i costi elevatissimi delle bollette, pensiamo alle imprese e a tutti quegli imprenditori che oggi si ritrovano nella condizione di dover scegliere se pagare le bollette o pagare gli stipendi ai lavoratori” – ha aggiunto Emma Pavanelli – “Tutto questo, dopo 23 mesi consecutivi di crisi delle aziende che hanno lasciato la nostra industria a terra. Ci troviamo in un momento di emergenza, e questa emergenza non viene affrontata in maniera coerente e a lungo termine come dovrebbe fare un governo responsabile“.

Gli extra-profitti oggi andrebbero tassati, ovviamente, a quelle grandi imprese che producono energia da fonti fossili. Chi, invece, ha fatto grandi investimenti nelle rinnovabili, non dovrebbe pagare per questi extra-profitti. Lo abbiamo detto, a suo tempo, durante il governo Draghi e continuiamo a dirlo oggi. Dobbiamo puntare a una maggiore indipendenza nella produzione dell’energia” – ha concluso la deputata del Movimento 5 Stelle – “Non è impossibile, possiamo promuovere subito le rinnovabili e ricordo che ci sono 2,2 miliardi di euro di fondi del Pnrr, solo per i piccoli Comuni, per le comunità energetiche. Una grande potenzialità per i Comuni con meno di 5.000 abitanti e per le imprese di quei territori, manca tutta l’informazione per far sì che anche gli imprenditori prendano la via della transizione energetica ed ecosostenibile“.

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