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Roma

I gestori degli impianti di sci: la neve artificiale non è cattiva, e serve


Milano – “La neve artificiale non è diversa, ma necessaria”. E così l’Associazione degli imprenditori funiviari, l’Anef, si rivolge agli ambientalisti per proporre “una tregua: proviamo ad uscire insieme dalle battaglie ideologiche e a trovare soluzioni condivise per il futuro e il bene della montagna”. Nel giorno in cui Legambiente pubblica il rapporto ‘Nevediversa’ che censisce i tanti impianti di risalita dismessi o abbandonati per carenza di neve e che dettaglia i costi per produrre quella artificiale, Massimo Fossati, vicepresidente Anef, interviene per dire “lavoriamo insieme perche’ la neve sia di tutti; lavoriamo assieme perché siamo tutti dalla stessa parte”; messaggio portato alla tavola rotonda su ‘Nevediversa’ 2025. L’Anef rappresenta il 90% del mercato della mobilità su fune, con oltre 1.500 impianti dalle Alpi agli Appennini.

GESTORI IMPIANTI: SIAMO TRA I PRIMI A SUBIRE IL NUOVO CLIMA, NEVE ARTIFICIALE SERVE

“Non dovremmo stare ai lati opposti della barricata- esorta Fossati, presidente Anef Lombardia- non comprendiamo per quale motivo non siamo considerati alleati, perché in realtà siamo ambientalisti anche noi ma con una visione diversa. Siamo qui oggi per proporvi una tregua: proviamo ad uscire insieme dalle battaglie ideologiche e a trovare soluzioni condivise per il futuro e il bene della montagna”. I gestori degli impianti desiderano “collaborare per contrastare il cambiamento climatico. Siamo tra i primi a subire gli effetti del riscaldamento globale e, oggi, la produzione di neve artificiale è diventata una necessità. La carenza di neve naturale ha conseguenze economiche significative per le comunità locali. Per questo, più che parlare di una neve diversa, sarebbe opportuno riconoscerla come una neve necessaria. Per noi, rappresenta un investimento che genera valore e garantisce la sopravvivenza delle nostre valli, evitando il rischio di spopolamento”.

ECCO COM’È LA NEVE ARTIFICIALE, “NASCE DA FONTI DI ENERGIA PULITA”

Insomma, “non c’è nulla di negativo nel termine artificiale. La neve artificiale non è un’alterazione della natura, ma un’integrazione necessaria per garantire la continuità delle comunità montane e della loro economia. È, in concreto, un sostegno all’industria turistica e sportiva e concede una continuità e una maggiore efficienza delle attività sportive. Inoltre, grazie alla tecnologia e all’innovazione oggi viene prodotta con sistemi in grado di ridurre i consumi energetici, utilizzando fonti rinnovabili come l’energia idroelettrica, per alimentare le attrezzature. Alcuni impianti, inoltre, stanno anche esplorando modalità di produzione della neve che minimizzano l’uso di acqua, utilizzando tecniche che riciclano e trattano l’acqua in modo più efficiente”, osserva l’Anef.

I gestori degli impianti evidenziano anche che il turismo invernale “è una risorsa vitale per questi territori in quanto attrae investimenti e fornisce opportunità di occupazione alle nuove generazioni. La neve artificiale, di fatto, è a favore di questa economia: crea posti di lavoro, genera gettito fiscale e sviluppa infrastrutture che favoriscono la crescita economica. La neve artificiale rappresenta quindi un pilastro per l’economia delle vallate alpine e appenniniche”. Il comparto funiviario genera un fatturato di 1,3 miliardi di euro l’anno e l’indotto generale ha un valore che si moltiplica tra le cinque e le sette volte, contribuendo a sostenere i livelli occupazionali e lo sviluppo delle comunità montane. Inoltre, “il prolungamento della stagione è un valido aiuto a incentivare il turismo anche in periodi dell’anno in cui la neve naturale non è garantita. Quindi è una risposta valida anche ai temi oggi sempre più di attualità legati all’overtourism e alla destagionalizzazione”.

E dunque l’Anef propone agli ambientalisti un progetto di ricerca congiunto per analizzare il ruolo della neve artificiale, la sua sostenibilità e le strategie per garantire un futuro alle comunità montane.”Abbiamo un’opportunità unica per dimostrare che sostenibilità e sviluppo possono coesistere. Collaboriamo per costruire soluzioni concrete e dare un futuro alla montagna”. Nel dirlo, l’Anef cita alcuni “fatti e numeri che non si possono ignorare. È da sapere, per esempio, che la neve artificiale è composta esclusivamente da acqua e aria, senza l’aggiunta di altre sostanze. Grazie a un processo di atomizzazione, gocce d’acqua vengono raffreddate e trasformate in cristalli di neve tramite l’uso di appositi generatori. Questo procedimento permette di replicare un fenomeno naturale, garantendo però maggiore prevedibilità e sicurezza per la stagione sciistica. L’acqua, quindi, non viene sprecata né inquinata: viene semplicemente trasformata in neve e restituita all’ambiente con il disgelo primaverile”.

In più i nuovi battipista hanno la tecnologia snowsat per misurare la giusta quantità di neve da produrre evitando sprechi e, laddove possibile, Anef usa energia elettrica da fonti rinnovabili. I consumi energetici del settore ammontano a 357 milioni di kWh annui (cioè 357 GWH), dei quali oltre il 40% deriva da fonti rinnovabili certificate. “Possiamo dire che il settore rappresenta solo 1 millesimo del totale dei consumi energetici nazionali”, sottolinea Anef citando statistiche di Terna.

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